La Valle dei Mulini di Gragnano ha conquistato un posto tra i primi dieci nella classifica dei “Luoghi del Cuore” del FAI (Fondo Ambiente Italiano), un’iniziativa di prestigio che dal 2003 celebra e tutela i beni culturali e paesaggistici più amati d’Italia. Un riconoscimento importante per un luogo unico, custode di un passato industriale che ha profondamente segnato l’economia e la cultura locale.
La Valle dei Mulini di Gragnano non è solo un luogo di straordinaria bellezza paesaggistica, ma anche una testimonianza di come, già nel XIII secolo, si fosse giunti a un livello di sviluppo tecnologico avanzato. Un motivo di orgoglio per il territorio campano e un patrimonio che merita di essere tutelato e valorizzato per le future generazioni.
Monti Lattari, un territorio favorevole allo sviluppo industriale medievale
Il territorio dei Monti Lattari, caratterizzato da un’alta piovosità e dalla presenza di numerose sorgenti, ha favorito per secoli l’approvvigionamento energetico, rendendo possibile la costruzione di mulini ad acqua. Queste peculiarità climatiche e morfologiche hanno permesso agli ingegneri medievali di sfruttare la pendenza naturale del terreno, incanalando l’acqua per azionare in sequenza i mulini costruiti a quote inferiori.
Valle dei Mulini di Gragnano, un sistema ingegnoso e all’avanguardia
La Valle dei Mulini di Gragnano rappresenta un raro esempio di ingegneria idraulica medievale. Grazie a un sistema di canalizzazioni e serbatoi, l’acqua veniva incanalata per sfruttare al massimo la forza di gravità, permettendo un’efficienza senza precedenti per l’epoca. Sebbene i mulini ad acqua fossero già utilizzati in tempi antichi, è nel Medioevo che conobbero una diffusione capillare, coincidente con la fine della schiavitù e l’inizio di nuove forme di produttività.
Dalla macinazione del grano alla produzione della carta
I mulini di Gragnano non servivano solo alla macinazione dei cereali, ma anche ad altre attività industriali fondamentali, tra cui:
- Segherie per la lavorazione del legno;
- Azionamento di telai per l’industria tessile;
- Lavorazione dei metalli per forgiature e macine;
- Produzione della carta, settore in cui la Valle delle Ferriere, sul versante amalfitano, era particolarmente fiorente.
La produzione della carta, in particolare, rappresentò un settore di grande importanza per la regione, con stabilimenti attivi dal XIII al XVIII secolo. Ancora oggi, la Cartiera di Amalfi produce carta artigianale di alta qualità, testimonianza di un’antica tradizione che affonda le radici proprio nella Valle dei Mulini.
L’acquedotto e la pendenza: un capolavoro di ingegneria
Un elemento chiave del funzionamento dei mulini era l’acquedotto, progettato per sfruttare al massimo la pendenza del territorio. I mulini di Gragnano non erano mulini fluviali nel senso tradizionale, ma utilizzavano una ruota idraulica orizzontale, più adatta alla disponibilità limitata di acqua rispetto ai modelli verticali del nord Europa. Il dislivello di 120 metri su una distanza di 2,1 km con una pendenza media del 5,5% permise la costruzione di 13 mulini ancora oggi visibili, parte di un sistema che un tempo ne contava almeno 20 fino alla costa di Castellammare di Stabia.
Valle dei Mulini di Gragnano, un patrimonio da tutelare e valorizzare
Il riconoscimento del FAI rappresenta un’importante opportunità per valorizzare la Valle dei Mulini, un autentico esempio di “ecologia industriale” ante litteram. L’energia idraulica utilizzata nei mulini tornava nel ciclo naturale senza alcun impatto ambientale, dimostrando come l’ingegno umano potesse convivere in armonia con la natura.
Un’anticipazione del progresso tecnologico
Gli storici dell’economia concordano nel ritenere che lo sviluppo tecnologico medievale abbia posto le basi per la rivoluzione industriale del XVII secolo. La Valle dei Mulini di Gragnano costituisce una prova tangibile del fatto che già prima della rivoluzione scientifica, l’ingegno umano aveva saputo creare sistemi produttivi innovativi ed efficienti.
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