Il contenimento del riscaldamento globale entro i 2°C, obiettivo fissato dagli Accordi di Parigi, è ormai “impossibile”. Lo sostiene un nuovo studio guidato dal noto climatologo americano James Hansen. Le sue dichiarazioni pubblicate sul The Guardian.
Secondo Hansen e il suo team, le attuali emissioni di gas serra e il continuo utilizzo di combustibili fossili hanno reso irrealistico il traguardo dei 2 gradi. Il riscaldamento globale, infatti, sta accelerando a un ritmo superiore alle previsioni, con conseguenze sempre più gravi per il pianeta: eventi meteorologici estremi, innalzamento del livello del mare e sconvolgimenti climatici sempre più frequenti.
Gli scienziati avvertono che, senza un’azione immediata e drastica per ridurre le emissioni, il mondo si avvia verso un riscaldamento superiore ai 2°C già entro pochi decenni. Questo scenario potrebbe portare a impatti irreversibili sugli ecosistemi e sulle società umane.
L’allarme di Hansen arriva in un momento critico, mentre i governi mondiali faticano a trovare soluzioni efficaci per la transizione energetica. Il messaggio degli esperti è chiaro: serve un cambiamento radicale e urgente per limitare i danni e garantire un futuro sostenibile.
L’innalzamento delle temperature sta già avendo impatti devastanti su molte aree del pianeta. Le ondate di calore estreme stanno diventando più frequenti e intense, mettendo a rischio la salute umana e riducendo la produttività agricola. Allo stesso tempo, l’aumento del livello del mare minaccia le comunità costiere, portando a migrazioni forzate e perdite economiche ingenti.
Cambiamento climatico, i rischi per le specie e gli ecosistemi
Anche la biodiversità è in grave pericolo: molte specie stanno lottando per adattarsi ai cambiamenti ambientali, con il rischio di estinzioni di massa. Gli ecosistemi marini, in particolare, subiscono gli effetti dell’acidificazione degli oceani e della perdita delle barriere coralline.
Inoltre, le catastrofi naturali, come uragani, incendi e inondazioni, stanno aumentando in frequenza e intensità, causando danni irreparabili a infrastrutture e comunità. Questi eventi estremi stanno anche aggravando le disuguaglianze sociali, colpendo in modo sproporzionato le popolazioni più vulnerabili.
Di fronte a questa crisi climatica, la comunità scientifica sottolinea l’urgenza di ridurre drasticamente le emissioni di gas serra e di investire in fonti energetiche rinnovabili. Il tempo per agire sta rapidamente scadendo e le decisioni prese oggi determineranno il futuro del pianeta.
Cosa sono gli accordi di Parigi
Gli Accordi di Parigi, firmati nel 2015 da 195 Paesi nell’ambito della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC), hanno l’obiettivo principale di limitare l’aumento della temperatura globale ben al di sotto dei 2°C rispetto ai livelli preindustriali, cercando di mantenere l’incremento entro 1,5°C.
Per raggiungere questo scopo, i Paesi firmatari si sono impegnati a ridurre progressivamente le emissioni di gas serra attraverso piani d’azione nazionali (NDC, Nationally Determined Contributions), con revisioni periodiche per incrementare gli sforzi. L’accordo promuove inoltre investimenti in energie rinnovabili, adattamento ai cambiamenti climatici e finanziamenti per aiutare i Paesi in via di sviluppo nella transizione ecologica.