Nel XIX secolo Castellammare di Stabia viveva un periodo di grandi opere pubbliche e private con l’intento di abbellire e di ospitare i forestieri di tutte le nazioni. Autore della costruzione di questo teatro fu Catello Gambardella, per poter ospitare anche la famiglia reale che trascorreva il periodo estivo nel Palazzo di Quisisana. Lo stabiese Ottavio Avitaya ottenne l’affidamento del progetto. Nel 1829 cominciarono i lavori di costruzione concessi dal re, e terminarono l’anno seguente. Il re, elargì il consenso di inaugurare il teatro con il nome Francesco I, su richiesta di Gambardella.
Un documento del 1835 dello scrittore De Rosa, in una vecchia gazzetta, viene riportato l’annuncio ufficiale all’interno del teatro dello stato interessante della Regina Maria Cristina di Savoia di dare alla luce un erede al trono. Erano presenti oltre alla famiglia reale, tutti i principi di Casa Borbone, Ministri, Generali e nella galleria anche elementi illustri ed intellettuali di Castellammare.
E’ un edificio quadrilatero, la facciata riprende i caratteri del Teatro San Carlo di Napoli, comprende tre ingressi e tre finestre. Al vertice, in origine vi erano le statue di Aristofane , Sofocle ed Euripide, illustri autori di tragedie dell’antica Grecia. Dall’ingresso centrale si poteva accedere alla Platea, capace di contenere 167 spettatori e 63 piazze d’orchestra con 41 palchi divisi in tre ordini. Al secondo ordine vi era il palco reale ed altri destinati alla famiglia, di cui il re possedeva le chiavi e con entrate separate
Dopo la caduta della dinastia borbonica nel 1860, il teatro perse il suo valore. Ci furono diversi tentativi di riportarlo al suo periodo aureo. Nel 1894 la Società Artistica Operaia di Carità trasformò l’edificio in officina e scuola. Dal 1922 divenne proprietà del signor Raffaele Perna e divenne una comune abitazione per i cittadini, salvandone in parte l’antica facciata.