<strong>L’Isola di Nisida è una delle più piccole isole partenopee, definita dagli antichi latini <<Nesis>> ovvero “piccola isola”.
Si suppone che la sua creazione abbia origine da eruzioni vulcaniche di un cratere che può essere individuato con il Monte Nuovo. Il Monte, apparteneva al periodo dei Flegrei per la sua caratteristica del tufo in giallo.
L’isola di Nisida è ricordata anche nell’opera omerica “l’Odissea” come “isola delle capre” dove approdò Ulisse.
Su questa isola congiurarono Bruto e Cassio dopo aver deciso di eliminare Cesare. Bruto nel 44 a.C. si ritirò sull’isola dopo la morte del padre adottivo.
Comprende anche un piccolo scoglio chiamato Lazzaretto Vecchio, frammento del cono craterico del capo di Posillipo.
L’antico Castello di Nisida in origine era una villa costruita per ordine della regina Giovanna II. La proprietà fu concessa a Giambattista de Gennaro il quale vi fece dimorare gruppi di briganti. Del maniero vi sono rimasti solo dei ruderi.
Questo feudo appartenne alla famiglia Carafa, al duca di Amalfi Giovanni Piccolomini.
Divenne un carcere penitenziario e passò alla storia perchè vi si rifugiarono una banda di falsari. Essi erano due ex abati ed una donna i quali, alla fine, furono scoperti nel 1623 e condannati il giorno del mercoledì santo.