La felicità consiste nel raggiungere un traguardo, qualunque esso sia. Molti individuano tale traguardo nell’agiatezza economica, altri nell’incontro con l’anima gemella; altri ancora in piccole grandi soddisfazioni che derivano dal vivere quotidiano… e poi c’è Luca Bongio. Per lui la felicità ha assunto la forma di un caravan.
Luca ha 34 anni. Nel 2018 ha lasciato tutto – un posto di lavoro sicuro e le persone a cui teneva – per inseguire un sogno di libertà rimasto troppo tempo rinchiuso in un cassetto. Abbandonata la “zona di confort” che la società in cui viviamo ci impone, coraggiosamente Luca ha intrapreso il suo viaggio verso la felicità. Vediamo insieme come.
– Cosa ti ha spinto a cambiare vita e a compiere questo viaggio solitario?
Non c’è un perché preciso.Questo viaggio è il risultato di un insieme di piccole cose che ho dentro da tempo. La vita che avevo mi piaceva. C’erano gli amici, la ragazza, il lavoro; tutto era perfetto e mi appagava, ma sapevo di avere in testa idee che andavano al di fuori di determinati schemi. Non mi sono mai sentito pienamente realizzato in questo standard di vita che la società ci impone, né dai suoi ritmi frenetici. Il lavoro ha sempre risucchiato quasi tutto il mio tempo. Le mie passioni più grandi erano sogni che tenevo gelosamente nel cassetto per un futuro che sapevo essere sempre più incerto. L’unico modo per concretizzare quelle idee era quello di buttarsi. E così ho fatto! Avrei dovuto viaggiare da solo, ma la cosa non mi spaventava, ho imparato a stare bene con me stesso già da prima di partire, ed è un traguardo a cui tutti dovrebbero aspirare! Vivere per conto mio gli ultimi anni, il dedicare molto tempo a me stesso, mi ha aiutato ad ascoltare quello che avevo realmente dentro, e mi ha aiutato ad intraprendere questo percorso!
“Magari mi vedrete rientrare tra tre mesi” – mentivo!
– Durante il viaggio ti sei mai pentito di questa tua scelta?
Ricordo che prima di partire la risposta che davo a tutti quelli che mi prendevano per pazzo o comunque che erano preoccupati per me, era sempre la stessa: “Ragazzi, tranquilli, che magari tra 3 mesi mi vedrete tornare indietro con la coda tra le gambe!”. Beh, mentivo sapendo di mentire! Nel momento in cui l’idea si stava delineando, un paio di anni fa, sapevo già che quello che avrei fatto mi sarebbe piaciuto più di ogni altra cosa, e sarebbe stato difficile tornare indietro! Questo vale ancora oggi, non c’è stato un singolo giorno in cui mi sia passato per la testa di voler rientrare…O peggio, di aver preso una decisione sbagliata!
– Quali difficoltà hai incontrato lungo il tuo viaggio?
Per mia fortuna ne ho incontrate poche e fortunatamente sono state tutte difficoltà che sono riuscito a gestire da solo, in un modo o nell’altro! Ho avuto dei piccoli problemi al furgone; vent’anni di vecchiaia si iniziano a far sentire! Di preciso ai freni, all’impianto dell’acqua ed anche un paio di infiltrazioni.Grazie ad internet sono riuscito a trovare i ricambi, mi sono trovato un posto tranquillo per lavorarci su, ed ho sistemato il tutto. Un episodio purtroppo meno piacevole c’è stato. Dopo aver parcheggiato in periferie di grandi città ed aver girato due mesi in Marocco, sono stato derubato nella mia cara vecchia Italia!
Intorno all’ora di pranzo, mentre ero in giro con il mio cane, mi hanno aperto il furgone e mi hanno preso la chitarra e poco denaro in contanti. Poteva andarmi peggio, non ho subito molti danni. Parcheggiando sempre in aree gratuite, non in campeggio, avevo comunque messo in conto che una cosa del genere sarebbe potuta accadere. Per il resto, sono soltanto piccole “difficoltà” dovute all’inesperienza e al fatto di vivere in uno spazio così ristretto, ma ci si abitua in fretta!
“La strada mette tutti sullo stesso piano”
– Cosa di questo tuo lungo viaggio serbi con maggior gioia nel tuo cuore?
Potrei perdermi nei dettagli di ogni momento che mi è rimasto nel cuore! Dal Natale in spiaggia a Gibilterra al Capodanno completamente solo su un lago deserto, dalle notti stellate tra le sabbie del Sahara alle serate suonando la chitarra davanti al fuoco.
Ci sono troppi momenti da ricordare, ma quello che li accomuna quasi tutti sono le persone che ho incontrato sul cammino. La strada mette tutti sullo stesso piano, dal pensionato all’artista di strada, dalla coppia in vacanza al lavoratore che vive in camper per risparmiare, da chi vive di artigianato a chi si è preso un anno sabbatico! I volti, i sorrisi, le risate, l’aiuto reciproco e le piccole gentilezze di ognuno, tutto questo insieme di piccole cose credo siano il gran tesoro che si va cercando, e che gelosamente conserverò nel mio cuore.
“Abbiamo due vite: la seconda inizia quando ci rendiamo conto di averne solo una”
– Immagino che un viaggio del genere cambi l’anima. In cosa ti senti diverso rispetto al Luca di ieri?
A distanza di un anno, credo finalmente di aver trovato una mia dimensione, un qualcosa che sia mio al 100%. Mi sono sempre sentito in balia degli eventi, e mai padrone del mio tempo. Vivevo i ritmi dettati dalla società, dal lavoro, dalla vita sociale di un piccolo capoluogo di provincia.Bene, oggi mi sento il diretto responsabile di tutto quello che mi succede, o quasi! Il ritmo delle giornate lo decido io, non ho schemi e posso cambiare le mie abitudini da un giorno all’altro. So chi sono, sono esattamente dove voglio essere, e so di essere cambiato molto. Ho imparato a vincere la timidezza, buttandomi in situazioni dove ero l’unico sconosciuto e dove la lingua parlata non era di certo l’italiano! Ho imparato ad ascoltare le mie sensazioni, che in fondo si rivelano sempre infallibili, ed ho finalmente capito la verità che c’è dietro ad una frase che avevo ascoltato ripetutamente: “Abbiamo due vite: la seconda inizia quando ci rendiamo conto di averne solo una”. Bene! Credo di essere all’inizio della mia seconda vita e riesco a guardare indietro ringraziando i momenti belli, ma anche quelli brutti. Se sono qui è merito di entrambi, se ora la penso così è grazie a quello che ho vissuto negli anni precedenti, di giusto o sbagliato che fosse!
E’ un po’ come prendere un foglio bianco ed aver la possibilità di scrivere tutto da zero, dalla prima riga…
– Parliamo del tuo caravan. E’ arrivato insieme all’idea di partire o già lo possedevi? E come ci si organizza per una vita in caravan?
L’idea di partire è nata proprio quando ho iniziato a fantasticare su questo tipo di vita.Più pensavo al mio furgone ideale, più mi veniva voglia di prenderlo per viaggiarci insieme. Quando ormai le idee erano chiare, ho venduto la moto e mi sono messo alla ricerca di un mezzo usato. Dopo qualche mese sono riuscito a trovarne uno che fosse all’altezza delle mie aspettative, e mi sono messo d’impegno per renderlo il più possibile simile a come lo immaginavo. Mi ci sono voluti ben 7 mesi per completarlo, lavorando nei weekend e qualche volta la sera, ma sono stati ben spesi! Sono riuscito a renderlo vivibile per come lo volevo io, ho tutto quello di cui ho bisogno e sono autonomo dal punto di vista energetico; devo solo fare un pieno di gas ogni tanto (e di gasolio ovviamente!).
Prima di partire ho ridimensionato tutti i miei averi.Ho venduto moltissime cose, ne ho buttate altrettante e sono riuscito a fare stare la mia vita in 4 metri per 2. Credo di essermi avvicinato molto al mondo del minimalismo, e devo dire che in effetti meno si possiede, più si è liberi!
– Ora che stai rientrando, ti fermerai? Tornerai alla vita che la società ci impone o resterai un’anima libera che desidera confrontarsi con le altre tante storie che incontrerai on the road?
In questo momento sono in Cantabria, al nord della Spagna.Sono rientrato a casa, ma è stato soltanto uno stop and go. Dovevo risolvere altri piccoli problemi al furgone, fare scorta di viveri italiani e sarei ripartito al volo. Tra qualche settimana raggiungerò il Portogallo, puntando poi a sud per raggiungere climi più miti per l’inverno. Aver rivisto gli amici e i familiari mi ha fatto un enorme piacere, ma la voglia di viaggiare è sempre più forte di tutto. La vita che sto vivendo ora mi piace assai,; è più forte di me l’istinto che mi fa ripartire e… non credo che tornerò facilmente indietro!
Grazie Luca per i tuoi racconti e per le meravigliose immagini dei luoghi in cui, di volta in volta, ti soffermi a vivere! Ammiriamo il tuo coraggio ed invidiamo la tua libertà. Buon viaggio e buona vita!
Per chi volesse seguire Luca Bongio, vi consigliamo di andare sulla pagina Facebook The Rising Van dove troverete tutti i suoi straordinari appunti di viaggio.