Il Palazzo Gravina attualmente sedeella facoltà di Architettura dell’Università di Napoli, fu costruita, all’inizio del XVI secolo, per volere di Ferdinando Orsini di Gravina.
Il principale obiettivo del duca Orsini era quello di far costruire un palazzo che fosse più grande di quello che avesse costruito l’architetto Novello da San Lucano per i principi Sanseverino. I lavori si fermarono al primo piano a causa delle guerre che si verificarono tra i francesi e l’esercito di Ferdinando il Cattolico.
Il primo architetto dell’edificio fu Gabriele d’Angelo, discepolo del Brunelleschi e successivamente continuarono la costruzione Matteo Quaranta da Napoli e il senese Bernardino de Moro. La tradizione attribuisce al Ghiberti l’autore dei busti alle finestre e dei medaglioni nel cortile.
La proprietà del palazzo era di Vincenzo Maria Orsini che entrò nell’ordine domenicano.
Divenuto arcivescovo di Benevento nel 1724, fu eletto Papa col nome di Benedetto XIII regnando sino al 1730 e passò in eredità al fratello.
La facciata esterna del primo piano è rivestita in bugnato, il cortile arricchito da un porticato e da arcate sostenute da pilastri di ordine toscano con tondi in marmo e con gli stemmi della famiglia Gravina.
Nel 1798 aggiunsero il portale realizzato da Mario Gioffredo. Le decorazioni degli appartamenti sono opera di Fedele Fischetti.
Successivamente la proprietà passò alla famiglia Ricciardi di Camaldoli la quale richiese di realizzare la costruzione di un secondo piano. La nuova proprietaria fece vendere gli ovali ed i mezzi busti alle finestre e fece sostituire il finestrone centrale con balcone con balaustra.
Si attribuisce responsabile di questa rovina ad Antonio d’Apuzzo.