Manca poco oramai allo scoccare della mezzanotte che segnerà il passaggio da un anno all’altro. Sulle tavole degli italiani, certamente, non mancheranno cotechino (e/o zampone) e lenticchie. Ma da dove deriva l’usanza di consumare le lenticchie la sera di Capodanno?
Cotechino e lenticchie a Capodanno, da dove nasce la tradizione?
Sembra che l’usanza di preparare le lenticchie per augurare buona fortuna e prosperità risalga addirittura agli antichi Romani. Essi, infatti, erano soliti regalarne una scarsella (una borsa di cuoio da tenere legata alla cintura) attribuendo al legume il potere di attirare denaro e buona sorte.
Anche la tradizione del cotechino ha origini antichissime, ma le sue radici affondano nel Medioevo e precisamente nel 1511. Si narra, infatti, che nel 1511 le truppe di Papa Giulio II Della Rovere assediarono la città di Mirandola. Al termine dell’assedio ai mirandolesi rimasero solo i maiali. Non macellarli avrebbe significato donare anche l’ultimo bene al nemico prossimo ad entrare in città. Così uno dei cuochi di Giovanni Francesco II Pico della Mirandola, propose di macellare i maiali e di infilare la carne magra in un involucro formato dalla pelle delle zampe.
Cotechino e zampone, qual è la differenza?
Cotechino e zampone, quante volte vi sarete chiesti: “Ma qual è la differenza?” La differenza sostanziale fra i due prodotti sta nell’involucro. Se infatti, l’impasto è molto simile per entrambi, l’involucro è invece diverso: zampa di maiale anteriore per lo zampone, budello per il cotechino.
Buon Anno e…mangiate tante lenticchie!
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(Foto pubbliche sui social)