La Parigina, da dove nasce, perché si chiama così e ricetta

PUBBLICITA

Potreste pensare che le sue origini sono francesi, ma non è affatto così. Il suo nome trae in inganno, ma le sue radici in realtà si affondano nella cultura partenopea.

Può essere definita come una via di mezzo tra una focaccia e un rustico. Il suo gusto inconfondibile è caratterizzato dal gustoso connubio tra pomodoro e prosciutto. Questi due ingredienti, insieme all’ immancabile provola vengono inseriti in un impasto che è una via di mezzo tra tra la pizza napoletana e la pasta sfoglia.

Assaggiarla non sarà difficile. La potrete trovare facilmente passeggiando per la città in tutte le rosticcerie. La riconoscerete bella e buona nelle teglie rettangolari. Oltre al taglio quadrato c’è anche chi la propone a forma di torta, rotonda e poi tagliata a fette triangolari.

La sua storia e le origini del suo nome

Le sue origini sono completamente napoletane, ma qualcosa di francese nella parigina c’è. Parte di questo delizioso “rustico” infatti è composto dalla pasta sfoglia, la cui ricetta viene tradizionalmente fatta risalire agli inizi del 1800 per opera del famosissimo chef francese Marie Antoine Carême.

Secondo la leggenda popolare sarebbe stato un suo anonimo allievo a portare questa gustosa novità nel Regno delle Due Sicilie alla corte dei Borbone di Napoli.
E allora perché questo nome vi starete chiedendo?

Il suo nome non è riferito in alcun modo a Parigi, la capitale francese, bensì deriva da un simpatico episodio. Questo piatto così gustoso divenne presto una delle merende preferite della regina Maria Carolina d’Austria, e iniziò a così a spopolare per tutto il Regno.

A questo punto era doveroso trovargli un nome degno. E così nacque il nome “Parigina”, che deriva dal napoletano “p’a reggina”, e significa semplicemente “per la regina”.

La ricetta per una parigina deliziosa

Ingredienti

• farina, 400 gr
• acqua, 200 ml
• lievito di birra, 12 gr
• olio, 1 cucchiaio
• sale, 10 gr
• pasta sfoglia, 1 rotolo
• provola, 250 gr
• prosciutto cotto, 150 gr
• pomodori pelati, 300 gr
• olio
• sale
• latte e 1 tuorlo per spennellare

Procedimento

1. Iniziamo preparando la pasta per la pizza formando una montagna con la farina per poi versare al centro lievito e acqua. Impastiamo e aggiungiamo l’olio e il sale. Formiamo un panetto e lo lasciamo lievitare 2 ore coperto da un canovaccio.
2. Trascorse le 2 ore stendiamo la pizza su una spianatoia per ottenere una sfoglia rettangolare di 3mm. Cospargiamo d’olio una teglia vi posizioniamoci la sfoglia di pizza.
3. Per la farcitura copriamo tutto l’impasto con il prosciutto cotto. Poi aggiungiamo i pomodori con olio e infine aggiungiamo anche la provola tagliata a fette sottili.
4. La farcitura è completa dunque possiamo procedere a chiudere la nostra parigina con uno strato di pasta sfoglia. Sigilliamo poi bene i bordi e spennelliamo con latte e tuorlo. Bucherelliamo delicatamente la superficie con una forchetta.
5. Inforniamo la parigina a 190°C e cuciamo per circa 30 minuti. A questo punto fatela raffreddare prima di tagliarla e poi la vostra deliziosa parigina sarà pronta per essere servita.

PUBBLICITA

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

LEGGI ANCHE

Usd Mazara-Nissa1-2 Tabellino Cronaca

Seconda sconfitta per il Mazara che perde in casa contro la capolista la salvezza tramite i play out si decidono nei ultimi novanta minuti

La Generazione Vincente Napoli Basket, cede alla Dolomiti Energia Trentino per 93-103

Non ce la fa la Generazione Vincente Napoli Basket a vincere in casa contro Trento che riesce a mantenere la concentrazione necessaria per riuscire a segnare canestri da 3 punti con una percentuale circa del 52%.

25 Aprile, celebrazioni a Castellammare di Stabia

25 Aprile 2024 - 79° anniversario della Liberazione. La sezione ANPI di Castellammare di Stabia-Gragnano invita la comunità a partecipare alle celebrazioni. Ecco il...

Nello Petrucci con “La danza dell’Abisso” alla 60esima Biennale di Venezia

«Nonostante le maschere che possiamo indossare, siamo “ovunque stranieri” di noi stessi nella danza dell’esistenza» - dichiara Nello Petrucci. Il suo ultimo lavoro "riflette", attraverso la figura del clown, la dualità dell’uomo nella società moderna

ULTIME NOTIZIE

PUBBLICITA