La Spelunca è un’osteria con brace situata nel centro storico di Santa Maria Capua Vetere (CE), a pochi passi dal Mitreo e dall’Anfiteatro romano. Fondata il 14 febbraio 2008 in un antico palazzo, il locale è stato rinnovato per celebrare il suo 15° anniversario con la consulenza del noto griller Venerando Valastro.
Cucina tradizionale rivisitata
Il nuovo menu de La Spelunca è stato snellito rispetto al precedente, eliminando la pizza napoletana e offrendo solo sei versioni di pizza, tra cui la Cafoncella, con pomodorini del piennolo gialli e rossi, olive di Gaeta, acciughe di Cetara, capperi di Salina, origano di montagna, aglio paesano e olio extravergine di oliva aromatizzato all’aglio. I classici della tradizione napoletana sono reinterpretati in chiave moderna, come il Bao con pulled di braciola al ragù e il Taco napulegno con friarielli e slice di maiale.
Carni di altissima qualità e selezione di vini
La vera eccellenza del menu sono le carni di altissima qualità provenienti da tutto il mondo, cotte sulla brace a vista. La selezione di formaggi e salumi è altrettanto pregiata, così come la carta dei vini con circa 300 referenze che abbracciano un po’ tutte le zone del mondo. Nelle foto che seguono, potrete apprezzare solo una parte dell’offeta di carni e formaggi. Il locale dispone anche di un ampio giardino elegante dove pranzare o cenare circondati da alberi di agrumi e siepi.
La mia cena a La Spelunca di Santa Maria Capua Vetere, un bellissimo viaggio culinario
Antonio De Stasio, patron de La Spelunca, ci ha deliziato con una cena che ha esplorato la tradizione culinaria italiana con tocchi di contaminazione internazionali. La cena è stata sapientemente orchestrata cdalla collega Laura Gambacorta, che ancora una volta ha dato ampia prova delle sue capaicità organizative. Con Viaggio e Mangio vi racconto la mia esperienza gastronomica.
Spicchio di pizza cafoncella
La Pizza a ruoto cafoncella in abbinamento perfetto con lo spumante DUBL rosé brut ha reso la prima portata della cena un momento di apertura a quello che sarebbe stato dopo. Uno spicchio di pizza cafoncella con acciughe, capperi, olive verdi, pomodorino giallo e rosso che è stata una scoperta notevole, rucca di gusto e di contrasti davvero interessanti. L’essere scrocchiarella ha reso il tutto davvero gustoso..
Contaminazioni culinarie
La seconda portata è stato caratterizzato da un antipasto ricco di contaminazioni, un viaggio ha esplorato nuovi orizzonti culinari con un bao dolce e il pulled di braciola dolce, buono anche se, per chi scrive, è stato un tentativo un po’ troppo rischioso, in cui la tendenza dolce era abbastanza accentuata. La crocchetta di Jamon e i tacos napulegno con friarielli e maiale sono stati gustosissimi e un interessante momento di ricerca.
Pasta patate, provola, tartufo
La pasta patate, provola, e tartufo ha evidenziato la tendenza dolce del menu, ma il Riesling della Mosella ha saputo equilibrare i sapori con la sua freschezza e sapidità. Un abbinamento interessante e saporito per un piatto che, per chi scrive, poteva essere ancora più esplosivo se il tartufo fosse statto “grattugiato” a lamelle.
Un’esperienza di carne indimenticabile
Il secondo di carne è stato un’esperienza culinaria indimenticabile, con tre tipi di carne eccellenti, lombata portoghese e galiziana di razza cachena, tomahawk premium Black Angus USA Rocky Mountain, e Angus irlandese allevato in Spagna Miguel Vergara. I contorni di verdurine, patate e friarielli hanno completato la bontà del piatto.
Millefoglie con crema classica
La crema classica della millefoglie ha rievocato i ricordi della nonna, realizzata con ingredienti naturali come la scorzetta di limone e arancia. Un dolce semplice ma delizioso per chiudere in bellezza la cena. Un aneddoto molto simpatico è stato raccontato da Antonio De Stasio e riguarda la ricetta della crema che è praticamente sconosciuta ai titolari in quanto è una titolarità del suocero, che per una promessa al suo maestro pasticciere di Santa Maria Capua Vetere fatta in età adolescenziale tiene tutt’oggi ancora per sè.
Politica degli orari del ristorante
Una nota per un aspetto che può sembrare banale è da dedicare al patron Antonio De Stasio che ci ha tenuto a raccontare che la cucina, da qualche tempo, chiude alle 23.30, salvo occasioni speciali ed organizzate in tempo, per le quali si concedono orari extra mezzanotte. Una politica che garantisce un’esperienza culinaria senza stress per gli ospiti e soprattuto per i dipendenti de La Spelunca che a differenza dei colleghi di altre attività, per una cattiva aboutdine del nostro territorio, si trovano tante volte a lavorare con turni enormi e in orari da notte fonda.
La Spelunca si trova a Santa Maria Capua Vetere (CE), in Via Pietro Morelli, 15 (Tel. 0823 844778).