Pier Pellencin, una quarantena davvero speciale. Ecco perchè (Intervista)


Pier Pellencin ha soli 25 anni, ma già tante aziende hanno scelto il suo volto per le loro campagne pubblicitarie. Pier, oggi è un modello molto richiesto. La sua attività professionale è nata quasi per caso, grazie ad alcuni scatti pubblicati sui social, ma è rapidamente esplosa e, in pochissimi mesi, si è ritrovato ad essere ospite di diversi programmi televisivi.

Abbiamo incontrato “virtualmente” Pier (al momento gli unici contatti consentiti sono solo quelli via cavo) perché Pier oggi si ritrova ad essere protagonista di un altro importante evento. La quarantena ha fermato le nostre vite, ma non certo i nostri cuori e Pier ne sa qualcosa. Attraverso una breve intervista, vi raccontiamo chi è Pier Pellencin e perché la sua è quarantena è tanto speciale.

Pier Pellencin
Pier Pellencin
  • Ciao Pier! Da tempo sei testimonial LGBT. A che età hai scoperto la tua omosessualità?

Ho scoperto di essere gay a 16 anni. Essere gay non è una scelta! Non è una dipendenza o una malattia che possa essere curata. È un carattere innato e non può essere cambiato. Pregando perché cambi l’orientamento sessuale di una persona non si può sperare di avere più successo che pregando perché un pomodoro cambi e diventi un mattone! 

  • Qual è lo stato d’animo di un ragazzo man mano che acquista consapevolezza della propria omosessualità?

Credimi ho sprecato anni della mia gioventù a cercare di cambiare perché persone che amavo e rispettavo se lo aspettavano da me. Non volevo affrontare quella che all’epoca sembrava un’eternità di ostracismo, astio e solitudine. Ho provato e riprovato. E ho fallito. Ho impiegato tanto tempo a comprendere che essere chi sono non mi avrebbe portato a questo destino, mentre odiarmi per quello che sono lo avrebbe fatto. Infine, ho imparato che essere omosessuale è un carattere innato non diverso dall’altezza o dal colore dei capelli. Dopotutto, se non lo fosse, non credete che secoli di profondi sforzi per liberarne l’umanità avrebbero dato almeno qualche piccola soddisfazione? Eppure discutiamo ancora della stessa questione.

Pier Pellencin:”Essere omossessuale è un carattere innato non diverso dal colore degli occhi…”

Io (e tutti gli omosessuali come me) non potrei diventare eterosessuale tanto quanto non potreste portare i vostri occhi a cambiare colore. E proprio come avere un colore degli occhi che non piace a tutti, essere gay è solo un elemento in un pantheon di caratteri della persona, tutti sani e naturali alla stessa maniera. Siamo nati omosessuali e, un giorno molto lontano, moriremo omosessuali. Esattamente come voi siete nati con il colore degli occhi che è lo stesso con cui morirete. È un fattore neuropsicologico e biologico. Quindi, in questo caso, quando “odiate il peccato”, state anche “odiando il peccatore”.

  • A un certo punto, nella tua vita entra Joshua. Chi è? Come e quando è iniziata la vostra storia d’amore?

Joshua era un ragazzo molto timido che faceva il barista nel bar sotto casa mia. Sono stato io a fare il primo passo; con la sua timidezza, credo che oggi non staremmo a discutere di questo. Conviviamo da tre mesi, ma la nostra storia è iniziata circa due anni fa.

  • Timido, ma non troppo, Joshua durante questo triste periodo di quarantena, ti sorprende proponendoti di sposarlo. Raccontaci di più.

Durante una giornata della quarantena imposta per fronteggiare l’emergenza coronavirus, mentre mi dilettavo ai fornelli, Joshua ha preso un mazzo di fiori che avevamo in casa, e come nel più classico dei film, si è inginocchiato e mi ha chiesto di sposarlo. E’ stato un momento magico! Da allora non facciamo altro che progettare il giorno che consacrerà la nostra unione. Ci piacerebbe sposarci su una spiaggia indossando degli abiti di Versace, stilista che entrambi amiamo molto. Ad ufficializzare la nostra unione, ci piacerebbe che fosse il nostro miglior amico, sarebbe molto importante per noi.

  • Sognare una famiglia, quanto avete combattuto per una cosa così semplice? La questione figli è ancora molto dibattuta. Il divario tra chi approva e chi contesta è ancora molto aperto. Cosa ne pensate in proposito?

Siamo convinti, che la questione sia ancora molto difficile da poterne discutere. Siamo in un momento storico in cui la maggioranza delle persone ancora non riesce a capire che amare un bambino non dipenda dal sesso dei genitori. Io, probabilmente, ho una visione diversa perché sono stato adottato per ben 5 volte e quindi penso che l’amore da dare ai figli non possa variare; è un sentimento indipendente dall’essere omosessuale o etero! L’amore ai figli viene trasfuso a prescindere senza, come pensa ancora tanta gente, che un bambino cresciuto da due uomini o da due donne possa subire una deviazione del proprio orientamento sessuale.

  • L’omosessualità è certamente oggi molto più tollerata, ma quanta discriminazione vivete ancora ogni giorno sulla vostra pelle?

Io di discriminazione non ne ho subita tanta! Forse per via del mio carattere che mi porta a non prendere troppo in considerazione ciò che dice la gente. C’è stata però un’occasione in cui sono rimasto turbato, In quella occasione sono stato spinto in strada. Ciò che mi ha turbato maggiormente è stato il fatto che l’episodio sia accaduto nel 2019; quella è stata per me l’occasione che mi ha permesso di constatare che, ahimè, “siamo ancora messi molto male”.

  • Voltiamo pagina, parliamo di cose belle. Come sarà il tuo, il vostro, futuro?

Beh! Come si augurano tutti, spero che il nostro matrimonio sia bello e duraturo. Poi, è ovvio che ci saranno occasioni di litigio, ma anche i momenti burrascosi rappresentano occasioni per conoscersi meglio, andarsi incontro e consolidare l’unione.

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