Davide Morello ex portiere nerazzurro si è raccontato ai nostri microfoni
Abbiamo intervistato l’ex numero uno nerazzurro Davide Morello, 63 presenze in due stagioni e mezzo a Pisa.
Come stai passando questi giorni di quarantena?
Come tutti gli italiani, a casa con la famiglia a Palermo. Ad oggi non ci sono notizie certe sull’inizio del campionato di Serie D, io sono il Ds del Messina Fc, per quello che so al 99% i campionati minori verranno sospesi. Nella stessa situazione è anche la Lega Pro.
Cosa ricordi delle due stagioni e mezza trascorse a Pisa?
Io arrivai a gennaio al posto di Puggioni, mi ricordo che mi rendevo conto di essere arrivato in una piazza importante dove veramente la gente ti è vicina, è stata un’esperienza bellissima che mi porto ancora dentro. E’ vero che il calcio è fatto di vittorie, ma in questi contesti tutto è ancora più bello.
Ricordo che al triplice fischio all’Arena ci fu invasione di campo, festeggiamenti in giro per la città, Petrachi costruì un bel giocattolo. Il primo anno con Ventura abbiamo fatto uno splendido campionato, siamo usciti ai Playoff con il Lecce, avevamo purtroppo diversi infortunati, abbiamo concluso comunque nel migliore dei modi una bellissima stagione. Il terzo anno c’è poco da commentare, Covarelli era andato via, Pomponi aveva acquistato il club, quando alle spalle non hai una società fai fatica a giocare.
La cosa che fa più male è essere andato via da Pisa con una retrocessione, il Pisa non meritava una fine così. Io e i miei compagni dobbiamo prendere i soldi dell’ultima stagione a Pisa, io devo ancora avere 25000€, abbiamo fatto vertenza ed il Fondo di Garanzia mi sta versando 800€ l’anno.
Com’è la vita da Ds?
Bella ed entusiasmante. E’una carica che mi piace, da molti anni ho il patentino da allenatore, ma non mi ci rivedo in quel ruolo. Mi piace scoprire giovani, ad oggi il mio punto di riferimento è Petrachi, è stata la mia guida calcistica ed umana.
Per la prossima stagione che progetti hai?
Ad oggi non so nulla, a sensazione non rimarrò a Messina, ancora con il Presidente non ho parlato.
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