I peperoni, quanti di voi li digeriscono? Questi ortaggi appartengono alla famiglia delle solanacee (come anche pomodori e melanzane). Il motivo della loro permanenza durante la digestione dipende probabilmente dalla presenza di solanina, una sostanza che in eccesso può essere anche tossica per l’organismo che rifiuta di digerirla; altro motivo è la notevole presenza di fibre vegetali che noi esseri umani non riusciamo a digerire.
Come rendere digeribili i peperoni
Ci sono molte leggende su come rendere i peperoni digeribili: il modo di tagliarlo, il modo di cucinarlo, l’aggiunta di aceto o limone e altre cose simili. Dal mio punto di vista consiglio di mangiarli durante la loro stagione di maturazione quindi in estate, periodo in cui sono maturi a puntino e hanno un minor quantitativo di solanina. Inutile dire di scegliere quelli ben colorati per farne uso in cucina, in quanto i verdi sono meno maturi.
Ricchi di carotenoidi (si avete letto bene quelli che servono per l’abbronzatura) possono essere mangiati sia cotti che crudi. Consiglio di alternarli perché da crudi, con olio EVO aggiunto, aumentano l’apporto di vitamine soprattutto la A di cui sono ricchi, mentre da cotti aumentano la disponibilità dei carotenoidi.
Sono i cugini dei peperoncini e come questi hanno un notevole quantitativo di capsaicina, una sostanza che ha proprietà antiossidanti contro i radicali liberi; è un antibatterico ed ha la capacità di attirare sangue nel punto che ‘tocca’.
Poco calorici, ma dipende…
Nel periodo estivo nei piani alimentari consiglio spesso i peperoni in quanto molto ricchi di acqua (circa il 92,5%) e di sostanze nutritive, oltre ad essere poco calorici. Certo questa è un’affermazione relativa al metodo di cottura e alla ricetta, ma il peperone in sé è colpevole di apportare solo 23 kcal ogni 100g.
Approfittiamone fino alla fine dell’estate e oramai manca poco, anche per prepararlo sotto forma di conserve o congelati per poter assaporare la loro dolcezza anche nei freddi giorni di inverno.