La storia di Palazzo Farnese


La struttura comprendeva un solo piano, al centro, di fronte all’orto del Convento di San Francesco. Nel XVI secolo il duca di Parma e Piacenza, don Ottavio farnese, richiese di assicurare alla città un degno luogo per la sede del Governatore. Questa trattativa avvenne il 7 settembre del 1566 all’interno dello studio del notaio Cesare de Rogatis tra Vincenzo de Vivenzio ed Ottavio Farnese. Il prezzo di vendità era di 500 ducati e fu estinto solo il 14 febbraio del 1753. L’ultima erede della famiglia Farnese, casa feudataria di Castellammare era Elisabetta, che sposò l’imperatore di Spagna Filippo V. Nacque Carlo, che divenne re di Napoli e Sicilia il 15 maggio 1754.  Si poneva anche un problema giuridico. Carlo III era contemporaneamente proprietario, a titolo di proprietà privata, di tutti i beni farnesiani e sovrano dello Stato. Questi beni nel 1737 vennero affidati alla prima Segreteria di Stato.

Nel 1821, con il progetto di Luigi d’Amora, la casa comunale fu ingrandita e ristrutturata. Il 26 maggio 1875, con otto voti favorevoli e cinque contrari, il Consiglio Comunale approvò il progetto dell’ingegnere Pasquale Maglio di realizzare un giardino al centro del Municipio. Era noto come canestra per le ringhiere in ferro sistemate attorno, con un disegno a canestra. Nel 1876 vi furono impiantati sei candelabri a gas. Agli inizi del ‘900 fu costrutito anche il secondo piano, con il torrino laterale. Fino al 1964 era la sede dell’amministrazione comunale.

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