Un altro tesoro campano è l’isola di Capri, ricca di roccia calcarea; geologicamente, sembra che non facesse parte della zona flegrea ma potrebbe essere il “prolungamento” della penisola sorrentina.
Fu abitata fin dall’età paleolitica e fu definita anche epoca chelleana. Fu conquistata dai fenici e, successivamente, fu abitata dai Teleboi.
Essi fondarono un regno fortificando la parte alta chiamata ANACAPRI. Ancora non è sicuro il periodo di colonizzazione greca.
L’isola, nel 326 a.C, apparteneva a Napoli e nel 29 a.C. Augusto si impossessò della proprietà dove trascorreva i suoi periodi estivi.
Capri, oltre ai suoi secolari Faraglioni ricchi di storia ed antiche leggende, racchiude anche diversi siti archeologici.
La struttura della Certosa di San Giacomo risale all’anno 1371, costruita su richiesta di Giacomo Arcucci.
A causa di alcune vicissitudini, l’opera venne in parte distrutta. Dopo la sua ristrutturazione divenne il luogo turistico più frequentato.
Oltre al suo portale di forma ogivale, sono presenti alcuni affreschi tra cui in uno è raffigurata una donna che prega e che sembra avesse l’aspetto di Giovanna I d’Angiò.
All’interno della chiesa, che comprende una sola navata, vi sono alcuni affreschi del 1600.
Nel convento è situato un chiostro del ‘400, con un grazioso portico, colonnine e capitelli romani e bizantini.
A fianco ritroviamo un altro chiostro che risale al 1500, rappresentato da una sala capitolare ed il convento dei certosini.