Conoscete una persona che sembra subire a ripetizione torti dalla vita? Chi proprio non riesce a liberarsi da guai e sciagure e vivere senza grossi affanni?
Una persona così a Napoli viene definito “Pascale passaguaje” (letteralmente “Pasquale passaguai”).
Anche i bambini che, giocando in cortile, tornano a casa con le ginocchia sbucciate e il corpo ricoperto di lividi, vengono apostrofati con l’espressione “Me pare Pascale passaguaje” o con quella altrettanto nota della quale abbiamo già discusso: ”Me pare ‘o ciuccio ‘e Fechella!”
Ma perchè proprio Pasquale? L’espressione risale al 1800 e fa riferimento a tale Pasquale Barilotto uno sventurato personaggio del teatro di Antonio Petito che era solito lamentarsi per via delle disgrazie che costantemente caratterizzavano le sue giornate.
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