Politica: Evi lascia i Verdi per Schierarsi ?


Eleonora Evi è stata la co-portavoce dei Verdi fino a pochi giorni fa e ora potrebbe approdare nel nuovo soggetto politico, fondato dall’ex grillino Alessandro Di Battista.

Evi ha accusato il suo ex co-portavoce e collega di partito, Angelo Bonelli, di una gestione “personale e patriarcale”, con addirittura episodi di bullismo e di essere stata utilizzata dai Verdi solo per un’operazione di pinkwashing. In pratica, secondo Evi, la sua nomina a co-portavoce dei Verdi sarebbe stata un’operazione di marketing dalle finalità opache, effettuata solo per ammiccare verso un tipo di utenza politica molto attenta e sensibile ai temi ecologici, sociali e al femminismo, e quindi ottenere un ritorno di immagine.

Le accuse di Eleonora Evi sono molto pesanti, potremmo definirla  come una vera e propria porta sbattuta in faccia al leader Angelo Bonelli, prima di lasciare il partito dei Verdi. Eleonora Evi in effetti non appartiene alla storia dei Verdi, perché è stata una militante storica del M5S, che frequentava i meet up quando ancora il Movimento non era entrato a far parte dei Palazzi che contano.

Evi, un’ambientalista convinta e un’animalista ortodossa

A soli 40 anni, può già vantare due legislature nel parlamento europeo a Bruxelles, eletta nel movimento 5 stelle, nel 2014 e poi anche 2019, nella Circoscrizione Nord sempre con circa diciassettemila voti di preferenza. Poi c’è stata la rottura non con il fondatore e garante Grillo, ma con Di Maio e Conte e il successivo passaggio nei Verdi del sole che ride.

Grazie alla scelta di traslocare nella storica formazione degli ambientalisti italiani, Evi approda a Roma alle elezioni politiche del 2022, conquistando un seggio alla Camera nel collegio Lombardia 1, con la lista elettorale Alleanza Verdi Sinistra, che riesce a superare il quorum del tre per cento in tutta Italia.

Può essere definita un’ambientalista convinta e soprattutto un’animalista ortodossa, perché ha deciso di schierarsi contro l’abbattimento dei maiali affetti da peste suina e ha pesantemente criticato il divieto di carne coltivata, voluto dal ministro dell’agricoltura e cognato della premier Giorgia Meloni, Francesco Lollobrigida. La legge voluta dal governo e approvata dal Parlamento vieta la produzione, la commercializzazione e l’importazione in Italia di una carne prodotta in laboratorio, ed è stata elaborata non solo dal ministero Lollobrigida, ma anche dal ministro della Salute, professore Schillaci, con il sostegno di alcuni esperti del settore.

L’ex esponente dei Verdi, dichiara di essere stata combattuta nel partito perché prendeva posizione,  nelle elezioni locali a favore  dell’autonomia dei territori, prevista dallo statuto e di non essere stata ritenuta in assoluto la più presente ai lavori parlamentari, ma di essere erroneamente affiancata in questo primato dallo stesso Angelo Bonelli. Il partito dei Verdi sarebbe quindi accentrato esclusivamente sulla figura di Bonelli, accusato di non voler fare emergere nessuno, che in qualche modo possa fargli ombra.

Eleonora Evi accusa Bonelli anche di avere una cultura patriarcale, che quindi non sarebbe una caratteristica solo della destra, ma anche della sinistra, insomma la deputata pone una questione trasversale, che avvolge e avvelena tutta la politica italiana, assieme alla personalizzazione del partito, che sarebbe evidente anche nei Verdi.

Bonelli ha respinto le pesanti critiche ricevute da Evi e ha chiesto ed ottenuto la solidarietà dalle altre donne dei Verdi, che hanno dichiarato in un comunicato  testualmente : “Eleonora Evi ha potuto contare sulla agibilità democratica di sostenere il suo dissenso nel partito, di costruire alternative o di fare ciò che ritenesse valido. Colpisce l’asprezza e ostilità ingiustificate delle sue dichiarazioni che sono false, perché come fa a dire che sarebbe stata penalizzata per la sua gravidanza? Questo è diffamatorio. Così siamo oltre la politica e ben oltre la realtà“.

“Schierarsi”, il neonato movimento politico di Alessandro Di Battista

Eleonora Evi, a questo punto dopo aver lasciato i Verdi, potrebbe rappresentare in Parlamento il neonato movimento politico di Alessandro Di Battista. Dopo la comune esperienza grillina, le loro strade potrebbero incontrarsi nuovamente nel movimento «Schierarsi», e grazie a lei ci potrebbe essere una presenza a Montecitorio, anche in considerazione delle dichiarazioni rilasciate dalla Evi già nel 2020, nelle quali affermava testualmente: “Trovo l’agenda proposta da Alessandro Di Battista giusta per ridisegnare il futuro del nostro Paese e contrastare la situazione drammatica che stiamo vivendo”.

In effetti Alessandro Di Battista, dopo la fine della sua esperienza con il movimento 5 stelle, non ha rinunciato all’attivismo politico e si sta ricreando un ruolo di primo piano con una nuova associazione, ribattezzata “Schierarsi”, della quale è fondatore e attualmente vicepresidente. Sui social Di Battista scrive : “L’obiettivo è semplice, stare insieme e occuparci, da cittadini attivi, del nostro Paese e di tutte le questioni che decideremo di affrontare”. “Poi abbiamo un altro obiettivo”, aggiunge, “prendere posizione. Posizioni nette. Chiare. Per nulla moderate.”

“Non mi mancano i palazzi, ma un certo tipo di politica” Schierarsi non è un vero partito, ma piuttosto una sorta di movimento che, per certi aspetti, ricalca l’iniziale formazione dei Cinque stelle, almeno quella degli esordi. “Ho voglia di fare cose insieme, di ricostruire una comunità”, dice ancora Alessandro Di Battista. “A me i palazzi non mancano, mi manca un certo tipo di politica, che l’associazione Schierarsi può fare“.

Per il momento l’associazione di Di Battista si tiene lontana da possibili adesioni a partiti o addirittura dalla ricerca di candidature alle prossime elezioni europee. Il progetto di Di Battista, proprio come il vecchio movimento 5 stelle, deve nascere sulla base di progetti comuni, elaborati dagli iscritti, che dovrebbero contribuire con una piccola cifra d’adesione intorno ai venti euro. Gli altri fondatori dell’associazione sono Carlotta Graziani, Danilo Puliani, Lapo Sermonti, Ivan Zulli e il giovane salernitano ex facilitatore dei 5 stelle in Campania Luca Di Giuseppe, che è per il momento il presidente dell’associazione Schierarsi, mentre Alessandro Di Battista ne assume solo la vicepresidenza.

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