Unsocial il futuro è giovane al Teatro Cilea

Lo spettacolo ‘Unsocial 2.0’ è andato in scena dal 3 al 5 marzo al Teatro Cilea.

Scritto e diretto da Gabriella Silvia Tartarone, il cast è formato dai giovani allievi tra professionisti e non. Sul palco si sono esibiti: Giusy Aiello, Claudia Allaria, Francesca Apa, Marco Buoninsegni, Daniele Cardone, Davide D’Angella, Valeria De Cicco, Andreana Del Vecchio, Vito Di Gennaro, Federica Napoletano, Eliana Saponangelo, Lorenzo Scagliola, Silvia Silvestro, Mario Volpe, con ospiti Orazio Picella (nel ruolo del professore) e Massimo Menichini (nel ruolo del rettore) ed Imma Salzano (nel ruolo della bidella).

Scorrevole lo svolgimento, ricco di battute incalzanti che mantengono alta l’attenzione degli spettatori grazie all’assenza di caduta di tensione. Buona l’interazione tra le immagini di scenografia con l’intreccio della sceneggiatura, che lascia sullo sfondo la presenza della tecnologia ponendo in primo piano la vicenda in ‘tempo reale’ dei protagonisti. Intrigante la trama nella quale gli studenti universitari sono arbitrariamente reclusi in aula senza ausilio di supporti elettronici, ed obbligati a trovare ciò che si sta perdendo a causa della tecnologia ovvero la comunicazione dal vivo. Pretesto che innesca divertenti dinamiche non prive di una profonda presa di coscienza verso l’influenza dei media sulle esistenze e coscienze di ognuno. I giovani spaesati e riluttanti, in principio, accettano il gioco dimostrando la loro posizione che, nonostante la fragilità della giovane età, è ben salda e più solida di quanto si possa pensare.

 

Si assiste ad una vera e propria evoluzione, iniziando dalla fase ludica, passando per quella che vede i generi maschile e femminile contrapposti, per giungere a quella più responsabile con la relativa presa di coscienza di fronte alla manipolazione del messaggio dei media ed alla loro influenza sulle coscienze. Di notevole spessore le considerazioni espresse per voce degli studenti circa sul significato di libertà, come:

Nessuno è più schiavo di chi si sente libero senza esserlo’ (di Johann Wolfgang von Goethe nel suo ‘Le affinità elettive’)

che sprona a ritrovare il senso critico rispetto all’uniformità da mandria cui la società ed i media ci hanno portato ormai da decenni, perché ‘Se uno osa riconoscere la costrizione, ecco che si sente libero’.

I giovani attori dimostrano tutta la loro preparazione, grazie all’impegno di Gabriella Silvia Tartarone presidente dell’Associazione Culturale ‘I D.O.C.’ che propone  percorsi formativi finalizzati all’acquisizione di competenze professionali. L’associazione, che risiede al confine tra Quarto e Pozzuoli, collabora con realtà associative locali, nazionali ed internazionali, con le quali si confronta costantemente al fine di comprendere in che modo declinare concretamente le potenzialità dell’arte, intesa come veicolo in grado di rappresentare le mutazioni sociali.

Un attacco ai media ben strutturato, per ritornare ad una vita reale senza modelli precostituiti da imitare. Magari lo facessero tutti, giovani e meno giovani, forse si potrebbe ritornare ad essere più umani.

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