La band Letti Sfatti ha presentato in anteprima nazionale il 18 marzo all’Auditorium Bianca D’Aponte, il suo ultimo impegno discografico dal titolo “Lo scherzo di Dio”.
Scaramantici come molti artisti, i Letti Sfatti scelgono un luogo dove sono di casa e dove hanno presentato sempre i loro lavori discografici (Letti Sfatti ’97 – Vorrei vedere Papa ’99 – Tre ’04 – Con tutte le carte in regola, omaggio Piero Ciampi ’06 – Come fiori tra i marciapiedi e l’asfalto ’09) per esibire anche il loro ultimo album “ Lo scherzo Dio” dieci brani inediti, prodotti e arrangiati da Jennà Romano frontman del gruppo e Mirko del Gaudio batterista, per Laboratori di Provincia/Full Heads e distribuito da Audioglobe.
Un titolo provocante inserito in una copertina nera con un pallino bianco al centro che lascia spazio alla più fervida immaginazione, quella che è continuamente azzerata da una vita che scorre a colpi di click e venduta a titolo gratuito in un mondo sempre più virtuale e dove ogni like è paragonabile ad un ascesa in un’immaginifica classifica delle celebrità dei VNP – very normal people.
Un punto bianco in un nero che contiene tutti i colori e che vuole dare spazio alla speranza, che ci sia ancora un luogo dell’animo da tingere con colori candidi, ecco il richiamo al titolo “Lo scherzo di Dio” testo centrale e centrato di questo lavoro, curioso e ammiccante che segue nella pole position il brano “Andare e non pensare” testo duettato con Tricarico uscito il 29 gennaio quale anticipazione dell’album e che ha conseguito notevole successo e plausi di pubblico.
Stavolta i Letti Sfatti si propongono rispetto ai lavori precedenti con testi più intimisti e riflessivi, l’incedere dell’uomo prende il sopravvento nella stesura dei testi come in “Le cose perdute” (G. Romano), “Zollette di stelle” (G. Romano), “Di un vero amore” (G. Romano) per poi essere critici, delusi osservatori nei testi come “Onesto e disonesto” (G. Romano, M. del Gaudio) e lo stesso “Lo scherzo di Dio” (G. Romano) una stesura che racconta di un Dio burlone che per pochi attimi ci fa credere che tutto è possibile e dove parole come pace, uguaglianza, giustizia possano davvero esistere in un mondo sempre cigolante verso il baratro.
Nell’album menzione a parte merita la poetica del testo “Brilla una stella” (G. Romano) che li vede duettare con Fausto Mesolella; l’ammirazione verso una cantautrice Bianca d’Aponte che non hanno mai conosciuto – ma che grazie all’opera meritoria dei genitori e al premio a lei dedicato “Premio Bianca d’Aponte” – fa si che la omaggino con un testo pregno di luce, intensità e musica da carezzare attraverso un vetro .
Un album che da parecchi spunti di riflessione oltre che di buona musica, elaborata con strumenti ad hoc frutto dell’ingegno di questi musicisti, come la mitica kitchen drums non una batteria giocattolo ma un vero e proprio strumento funzionante, realizzata con pentole di rame, pentolini di acciaio, alluminio, forchette e griglie; strumenti modificati/inventati come il BassoTres ,nato modificando un basso degli anni ’60 e facendolo diventare per metà basso e metà tres cubano, una chitarra giocattolo, la “mando-chitarra-elettrica”,sintetizzatore dei primi anni ’70 e bassi elettrici degli anni ’60.
Artisti ingegnosi e talentuosi, v’invitiamo a seguirli in “Lo scherzo di Dio” e nei lavori precedenti oltre che nei loro live in giro per l’Italia, perché è lì che coglierete la vera essenza della loro bravura.
foto :Gabriella Ciaramella