Crisi viola: di chi è la colpa?


La crisi viola sembra senza fine. La vittoria è un lontano ricordo. E i tifosi della Fiorentina si chiedono se Paulo Sousa sia ancora il loro allenatore…

Derby amaro: che batosta ad Empoli!

Il ricordo della Fiorentina bella, spumeggiante e lanciata verso la zona Champions League sembra una foto in bianco e nero, di un periodo lontano e nostalgico, sbiadita e sfocata, di quelle che mostrano i nonni ai propri nipotini. I contorni di quella squadra che esprimeva il più bel gioco d’Italia si sono sfumati ed intrisi di una depressione da cui il club gigliato non riesce proprio ad uscire.

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L’inequivocabile 2-0 con cui l’Empoli ha battuto la Fiorentina nel derby toscano rappresenta l’apice negativo della stagione viola. La crisi, inizialmente giustificata come flessione, è adesso piena e pericolosamente profonda. Molle, senza idee, con un’identità smarrita, incapace di reagire agli schiaffi, spaesata e impaurita di fronte all’assenza di punti di riferimento. La squadra ha perso certezze e serenità.

“Con gli acquisti di gennaio, vince solo il calzolaio”

E non può essere soltanto colpa del mercato invernale. Si tratta di un’alibi che può far comodo, facile da tirare in ballo, anche se effettivamente credibile a causa degli acquisti poco chiari ed incisivi effettuati dalla società. Certo, Benalouane è un ectoplasma che aleggia su Firenze, di Kone forse non c’era molto bisogno, Tino Costa sta facendo capire come mai il Genoa lo abbia lasciato andare senza strapparsi i capelli… ma Zarate e Tello, ad esempio, hanno avuto un discreto impatto, seppur non eccezionale, sul mondo viola.

Ma il bel gioco, al netto di tutte le operazioni di calciomercato, c’era prima della sessione di metà stagione e non si capisce perché, dopo, sarebbe dovuto svanire nel nulla, come poi è successo. È questo il tema di discussione. Chiaramente, però, un club ambizioso come quello gigliato deve aspettarsi, come primo gesto istintivo, aspre critiche per gli acquisti sbagliati. I tifosi, nella tarda serata di ieri, hanno esposto questo striscione all’esterno dello stadio Franchi: “Con gli acquisti di gennaio, vince solo il calzolaio“. A parte la rima discutibile (si poteva fare meglio) è chiaro il sentimento generale dell’ambiente. Ma il vero quesito è un altro…

Sousa, a che gioco stai giocando?

E poi c’è l’allenatore. Colui che gestisce, motiva, sceglie, determina. Il tramite tra dirigenza e calciatori. L’uomo che si prende i meriti di una squadra che funziona, il primo a pagare quando la barca sprofonda. E qui il clima si fa incandescente. Nelle ultime settimane, il rapporto tra Paulo Sousa e la Fiorentina sembra essersi tremendamente incrinato.

Il portoghese non riesce a riportare il treno viola sui binari del successo. La Champions è ormai svanita, resta il piazzamento in Europa League da preservare. E se non fosse stato per la strepitosa prima parte di stagione, adesso sarebbe in bilico anche quello. La Fiore non vince dallo scorso 21 febbraio, in casa dell’Atalanta. E già allora il periodo non era dei migliori. Adesso è veramente pessimo. La guida ex Basilea, fondamentale nella costruzione della Fiorentina spettacolare del girone d’andata, ci sta mettendo del suo per distruggere quanto di buono costruito. Sia con le scelte di campo, sia con alcuni rivedibili comportamenti. Se il mister ha la testa altrove, come pare, automaticamente i giocatori (anche loro, ovvio, colpevoli di questo calo) perdono concentrazione e determinazione. Inevitabilmente hanno un peso il rendimento negativo di Kalinic o la discontinuità di Ilicic. Ma se il primo a staccare la spina è il mister…

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La cena con Henk Van Stee, il ds dello Zenit presente ieri al Castellani di Empoli, è un segnale troppo netto ed evidente della possibilità, a questo punto concreta, che Paulo Sousa lasci la Fiorentina dopo soltanto un anno di lavoro insieme. Pare, inoltre, che il tecnico si sia incontrato anche con due grandi squadre italiane. I tifosi, in realtà, si chiedono se Sousa sia effettivamente ancora l’allenatore viola o se, di fatto, possa già essere considerato un ex. Una cosa è certa: i sostenitori della Fiorentina meritano rispetto e chiarezza. Se Sousa non ha voglia di continuare il progetto in Toscana o mira a contratti migliori, bisogna che lo dica senza troppi giri di parole. Finire il campionato dignitosamente, ora, è l’obiettivo principale. A quel punto ci si potrà salutare da signori. Arrivederci e grazie. Perché la Fiorentina vuole continuare a crescere e migliorarsi, per tornare in Champions League. Con o senza Paulo Sousa.

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