Il 18 maggio scorso è uscita la versione francese de “L’attimo” il singolo di Roberto Michelangelo Giordi dal titolo “L’instant magique”.
Sono trascorsi pochi giorni dall’uscita de “L’instant magique” versione francese del brano “ L’attimo” tratto dall’album “Il Soffio” di Roberto Michelangelo Giordi terzo per il cantautore – col quale ha vinto la Targa Autore Controcorrente – dopo “Con il mio nome” e “Gli amanti di Magritte” .
La versione italiana con il video clip è uscita a ottobre del 2015 per la regia di Emilio Pastorini, un lavoro che da subito ha trovato riscontro di pubblico, tale da vincere il Premio della Giuria per l’animazione al Premio Roma videoclip 2015.Non poteva esserci abito più affine di questo video clip animato per questo brano delicato che fluttua nelle pieghe dell’animo, del bambino che alberga in ognuno di noi e che la nostra ostinazione pressa per non farlo emergere, ma lui è lì col suo disincanto che parla a un mondo che non ascolta. Il testo di Alberto Marchetti, la versione francese curata da Biondo Clissa, le musiche e l’interpretazione precisa e delicata di Roberto Michelangelo Giordi ne fa un piccolo gioiello di raffinata bellezza, l’incanto di un attimo – l’instant magique.
Intervista
Dopo il videoclip de “L’attimo” uscito a ottobre del 2015, il 18 maggio ha ascoltato anche la versione francese dal titolo “L’instant magique”, un’incursione in lingua francese o un progetto discografico?
Inizialmente un’incursione per il semplice piacere che ho di cantare anche in lingue straniere; poi ho scoperto che potevo farcela e quindi con l’aiuto di diversi traduttori, abbiamo creato a un progetto che si presenterà come una raccolta di alcune delle mie canzoni ma in veste transalpina.
Questo inverno hai fatto dei concerti a Parigi, progetto che inseguivi da qualche tempo poiché ti sei sempre sentito affine alla lingua francese e agli chansonnier d’Oltralpe, tornerai a breve per altre date?
Parigi è una città che ancora accoglie benevolmente gli artisti. Ci tornerò in estate per presentare questo nuovo progetto.
Che cosa pensi aggiunga cantare in francese i tuoi brani e cosa toglie, se toglie?
E’ chiaro che chi conosce le versioni in italiano ed è loro affezionato non apprende immediatamente il cambio di registro. È come quando si traducono le poesie: si può conservare il significato ma è impossibile rimanere totalmente fedeli alla poesia del suono, si perde sempre qualcosa per strada. Credo che sia stato fatto comunque un buon lavoro. Poi di là dal peso linguistico di un testo dobbiamo considerare che si tratta di canzoni con le loro melodie uniche e universali.
Invece cosa ti dà – oltre che essere la tua lingua madre – cantare in italiano e cosa ti toglie?
Cantare in italiano, ed anche in napoletano, mi viene naturale. Può soltanto arricchirmi. Cantare invece in Italia non mi “arricchisce”! (Sorride)
” Il canto è un modo di fuggire. E’ un altro mondo. Quando canto non sono più sulla terra.” diceva Edith Piaff, per te è lo stesso Giordi?
Edith Piaff aveva del tutto ragione. Cantare è una maniera per vagare in un altrove, come pure ascoltare un bel canto. Trovarsi di fronte a qualcosa che trascenda la realtà, è un bisogno umano, ormai consolidato da millenni. È per questo che gli artisti dovrebbero essere più tutelati!
https://youtu.be/YfliDldFckY