Incontreremo e avremo modo di apprezzare dal vivo l’arte di Silvia Pezzotti, in arte Octofly, nei giorni 22, 23 e 24 settembre durante il Pompei Street Festival, la rassegna artistica ideata e diretta da Nello Petrucci. Intanto, catturati dalla vivacità e dalla bellezza delle sue creazioni, abbiamo voluto conoscerla meglio.
Per DONNE PRAGMATICHE, la nostra intervista a Silvia Pezzotti, in arte Octofly
Forme morbide, creature fantastiche, colori vivaci, le gioiose creazioni dI Silvia Pezzotti sono un chiaro invito a credere sempre e comunque nei propri sogni, oltre che a mantenere vivo l’entusiasmo ed accesa la voglia di giocare.
Vincitrice del Premio Aldo Tavella di Verona e del “Premio d’Arte” della città di Breno (BS), ecco cosa ci ha raccontato Octofly.
- Silvia, complimenti per le tue creazioni e grazie per la tua disponibilità! Partiamo subito dal tuo nome d’arte. Perché Octofly?
Si tratta dello slang di Octopus Flying, ovvero polpo volante. Un messaggio positivo, che sprona a credere nei propri sogni e crederci fino alla fine, esattamente come quel polipo che è convinto di poter imparare a volare. L’ho scelto mentre frequentavo ancora l’Accademia di Belle arti, e non l’ho più cambiato.
- Immagino che il disegno faccia parte della tua vita da sempre, da quando avrai imparato a reggere una matita, ma quando hai capito che, oltre ad essere una passione, sarebbe diventato anche il tuo lavoro?
Una volta finito il Liceo Artistico, ho iniziato il corso di Pittura e, arrivata all’ultimo anno, mi sono dovuta scontrare con una dura realtà: l’inesistenza un settore lavorativo per una pittrice. Per i miei amici la prospettiva era diversa. Loro facendo fotografia, restauro e grafica, una volta ultimati gli studi, avrebbero avuto una chance di lavoro, ma io? E’ stato a quel punto che mi sono resa conto che con le mie competenze, se non volevo cambiare completamente rotta, avrei dovuto costruire qualcosa esclusivamente con le mie forze…ed eccomi qui freelance; mi mantengo facendo arte. Ho seguito i miei sogni.
- Come si arriva a fare Street Art? Intendo dire, come avviene che un giorno un artista lascia il foglio da disegno ed esca in strada a dipingere sui muri?
Bella domanda! Nel mio caso è successo per caso! Sono cresciuta in un paesino di montagna e ho scoperto tardi l’esistenza della cultura hip hop e dei graffiti. Nel 2015 però ho partecipato ad un workshop sulla pittura murale giusto per il gusto di apprendere anche questa tecnica. Risultato: me ne sono letteralmente innamorata e ho continuato a praticarla.
- Quello di Street Art è un concetto molto ampio che ancora oggi – in molti contesti – fa fatica a farsi apprezzare. A che punto siamo in tal senso in Italia? Trovi che nel resto del mondo la situazione sia diversa?
Ho dipinto in varie parti d’Europa e devo dire che la differenza è ancora molta. Sono stata a festival dove la gente si ritagliava di proposito un weekend pur di vedere gli artisti dipingere – gente che cercava il dialogo con gli artisti perché interessata al loro lavoro. In Italia, invece, a volte hanno paura di parlarti e nel peggiore dei casi, ti prendono anche a cattive parole. Qui da noi c’è ancora un po’ di timore, ma fortunatamente si vede nettamente che la situazione sta cambiando in meglio.
- Come nascono i tuoi lavori? Da cosa trai ispirazione?
Qualsiasi cosa può farmi scattare l’ispirazione: una combinazione di colori su un’etichetta, un viaggio o il mio gatto mentre dorme. Annoto varie cose che mi hanno dato un’idea, e poi quando è il momento compongo l’immagine. Alcune volte occorrono mesi o addirittura anni, mentre altre volte, è frutto del momento e nasce in pochissimi minuti.
- Quali sono le tue tecniche?
Ho provato praticamente di tutto! Scultura, pittura, illustrazione, incisione del legno fino alla lavorazione del marmo, ma lavoro principalmente con le tecniche pittoriche che adatto per i vari supporti e dimensioni.
- Qual è stato il lavoro che ti ha gratificata maggiormente?
Ogni lavoro è parte di me, e so che può sembrare una risposta banale, ma non saprei sceglierne uno solo. Alcuni lavori magari sono stati più importanti di altri; ad esempio ho collaborato con Clipper, Porsche e Campari negli ultimi anni, e ripensarci mi rende molto felice ad essere riuscita ad ottenere quei risultati.
- Qual è il messaggio che intendi lanciare?
Gioia! La cosa più importante per me è lasciare qualcosa di positivo a chi guarda le mie opere: che siano i colori o i miei personaggi, l’idea è di rendere la persona che interagisce felice di averlo visto, magari anche solo per un attimo.
- Quali sono gli artisti che maggiormente apprezzi?
Sono troppi per elencarli tutti, ma di sicuro ci sono Dulk e Chifumi, parlo di quelli in vita, mentre come fonte di ispirazione per me è sempre stato importantissimo Van Gogh. Venendo da una formazione classica, è stato uno degli artisti che maggiormente mi ha ispirato.
- Pompei Street Festival – Emozioni, ispirazioni, anticipazioni (se puoi)
Tanta felicità per essere stata selezionata! Sono veramente elettrizzata al pensiero di partire e partecipare ad un festival così importante. Di solito, per trovare lo stesso livello, devo sempre andare all’estero.
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- Se dovessi definirti in poche parole, chi è Octofly? E chi è Silvia Pezzotti?
Octofly e Silvia sono la stessa persona. Semplicemente con il nome d’arte posso esprimermi al 100%.
Ringraziamo ancora Silvia per averci condotto nel suo coloratissimo mondo e Vi invitiamo a partecipare al Pompei Street Festival dove, oltre a Silvia Pezzotti, in arte Octofly, interverranno altri 31 artisti…e non solo. Oltre alla pittura, cinema, musica, fotografia e tanto altro ancora. Un evento straordinario e gratuito al quale non si può non partecipare. L’invito del direttore creativo Nello Petrucci: “Aprite il cuore alla bellezza, divertiamoci insieme”