Addio alla scrittrice Michela Murgia.Aveva 51 anni.
Da tempo era malata di cancro come lei stessa aveva deciso di rivelare pubblicamente.La scrittrice nata a Cabras (Oristano), aveva detto di essere affetta da un carcinoma renale al quarto stadio per il quale restava poco da fare.
Le restava poco.Ne era consapevole.
“Il cancro non è una cosa che ho.
E’ una cosa che sono”,
aveva detto.Così ha voluto sistemare al meglio le sue cose, i suoi affetti più cari.
Ha acquistato una casa più grande per dare alloggio alla sua numerosa famiglia queer, ha sposato “in articulo mortis” Lorenzo Terenzi, ha pubblicato un ultimo libro “Tre ciotole.Rituali per un anno di crisi”, edito da Mondadori e ha soddisfatto qualche desiderio come quello di ritrovarsi a bordo dell’Oriente Express.
Sul matrimonio aveva detto: “Se avessimo avuto un altro modo per garantirci i diritti a vicenda non saremmo mai ricorsi ad uno strumento così patriarcale e limitato”.
E’ con Accabadora (Einaudi) che la Murgia si è fatta particolarmente apprezzare (libro vincitore dei premi Campiello, Dessì e SuperMondello). Suoi anche Ave Mary.E la chiesa inventò la donna (Einaudi), Morgana.
Storie di ragazze che tua madre non approverebbe (Mondadori), Stai Zitta, e altre nove frasi che non vogliamo sentire più (Einaudi), God Save the Queer.Catechismo femminista (Einaudi).
(Foto profilo pagina Facebook di Michele Murgia – Foto di Alec Cani)