Una conseguenza del rallentamento della crescita economica è il calo delle richieste di mutui e prestiti bancari.
Secondo i dati raccolti dall’Abi a termine del 2023 le richieste di mutui e prestiti sono diminuite del 3,4% rispetto all’anno precedente.
A diminuire sono anche i prestiti richiesti dalle imprese, che calano del 5,5% rispetto all’anno scorso. Se, peró, a diminuire sono le richieste dei mutui, e aumenta, invece, il tasso da applicare.
Economia, aumento dei tasso di interesse passivo
Secondo l’Abi il tasso medio da applicare alle operazioni è aumentato per l’acquisto delle abitazioni del 4,48%, invece per i finanziamenti alle imprese è aumentato del 5,55%. Con questi aumenti l’Italia ha registrato il tasso più alto in tutta l’Europa.
Ad aumentare è anche il tasso di deposito bancario da 0,50% al 0.51%. Questi aumenti sono dovuti dalla stretta monetaria della Banca centrale europea, che sta attuando varie manovre per attutire l’effetto dell’inflazione.
Le maggiori cause del rallentamento dell’economia in Italia sono gli effetti della guerra in Ucraina, l’aumento dell’inflazione e la crisi energetica.
Rallentando l’economia diminuisce anche la possibilità di investire delle imprese e ciò diminuisce, di conseguenza, anche il loro valore economico e il loro patrimonio.
Una conseguenza, non poco rilevante, del calo dei prestiti può essere la disoccupazione, tasto dolente in Italia da sempre.