Da quattro giorni la nave portacontainer taiwanese battente bandiera panamense Ever Given, della compagnia Evergreen Marine Corp, proveniente dalla Cina e diretta a Rotterdam è bloccata nel Canale di Suez. Martedì mattina, alle 7:40 locali, durante il passaggio, nel pieno di una tempesta, si è incagliata su un fondale basso nel tratto sud del Canalemettendosi di traverso e ostruendolo completamente. La nave appartiene alla classe “golden”, una delle tredici navi portacontainer costruite secondo il progetto Imabari 20000 sviluppato dalla Imabari Shipbuilding. È lunga 400 metri, larga 59, alta 33 e il suo utilizzo principale è quello di trasporto merci. La sua grandezza le consente di avere una capacità di trasporto container pari a 20 124 TEU (acronimo di wenty-foot equivalent unit, unità di misura standard di volume nel trasporto dei container ISO e corrispondente a circa 38 m3 d’ingombro totale).
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L’ostruzione del Canale di Suez
Non si tratta della prima volta nella storia che una nave si incaglia nel canale, ma nei casi precedenti erano bastate poche ore e interventi non troppo complessi per riportare la situazione alla normalità. Secondo alcuni storici marittimi la Ever Given è la più grande nave a essersi mai incagliata nel Canale di Suez e stimano che probabilmente ci vorranno giorni o addirittura settimane prima di rimuoverla. Per accelerare i tempi secondo gli addetti ai lavori sarà indispensabile un’alta marea, altrimenti la procedura potrebbe richiedere di rimuovere parte del carico per alleggerirla.
Il Canale di Suez è l’unico collegamento che permette di accedere dal Mar Mediterraneo direttamente all’Oceano Indiano senza dover circumnavigare il continente africano. Lungo 190 km e largo 205 metri, ha una profondità massima nei punti più profondi di 24 metri. Inaugurato nel 1869, venne realizzato tramite il taglio dell’istmo di Suez, un lembo di terra che collegava l’Africa all’Asia tramite l’Egitto, diventando ben presto una delle più importanti rotte commerciali al mondo e un’area strategicamente rilevante dal punto di vista militare.
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Nuovo tentativo fallito e danni all’economia
Intanto oggi è stata diramata la notizia da parte della compagnia di Singapore Bernhard Schulte Shipmanagement (BSM), che ha la gestione tecnica della nave, del fallimento di un nuovo tentativo di liberare il passaggio e che altri due rimorchi sono stati inviati in soccorso. Se le aziende americane possono tirare un sospiro di sollievo in quanto solo marginalmente intaccate dalla questione, non si può dire lo stesso per quelle europee e asiatiche. Il blocco del canale sta già causando gravi conseguenze nel trasporto marittimo da e per il Mediterraneo e non solo per ciò che concerne il flusso dei container, ma anche nel rifornimento di petrolio. Le stime degli analisti economici valutano in circa 9,6 miliardi di dollari al giorno le predite economiche che il blocco del Canale sta causando. Nel solo 2020, nonostante la pandemia, è stato oltrepassato il miliardo di tonnellate di merci con un numero di transiti annui di oltre 18.000 navi. Ciò ha portato il 2020 a classificarsi come il terzo anno più ricco nella storia del Canale, con ricavi pari a 5,61 miliardi di dollari. Di fronte all’allungarsi delle tempistiche per la rimozione, molte compagnie marittime si stanno organizzando per aggirare il problema. Diverse navi sono state infatti dirottate verso la via africana attraverso il Capo di Buona Speranza.