In Lombardia la situazione Coronavirus non accenna a migliorare, nonostante le dichiarazioni ottimistiche (o incoscienti?) del governatore Fontana, intenzionato a riaprire tutto (!) dopo il 3 Maggio, forse senza esserne del tutto convinto.
In ogni caso, i dati diffusi dalla Protezione Civile sono impietosi: al 18 aprile, i malati di Coronavirus in Italia sono complessivamente 107.771 con un incremento di 809 rispetto a ieri.
L’incremento dei malati si concentra quasi esclusivamente in Lombardia: su 809 in più in tutta Italia ben 761 sono lombardi, oltre il 94%. E’ l’aumento più rilevante nella Regione dal 12 aprile scorso, quando i nuovi malati erano risultati 1.007 in più.
Lombardia: diffuso un dato terrificante
Per rendere ancora meglio l’idea, il commissario per l’emergenza, Domenico Arcuri, in una dichiarazione all’ANSA, ha fornito un dato che si può definire terrificante: “Tra l’11 giugno 1940 e il 1 maggio 1945 a Milano sono morti sotto i bombardamenti della seconda guerra mondiale 2 mila civili, in 5 anni; in 2 mesi in Lombardia per il Coronavirus sono morti 11.851 civili, 5 volte di più“.
“Dobbiamo continuare ad agire con la cautela e la prudenza di questi mesi, capire – ha evidenziato Arcuri – che è clamorosamente sbagliato comunicare un conflitto tra salute e ripresa economica. Senza la salute e la sicurezza la ripresa economica durerebbe come un battito di ciglia. Bisogna continuare a tenere in equilibrio questi due aspetti, Alleggerire progressivamente le misure di contenimento, garantendo sicurezza e salute di un numero massimo di cittadini possibile. No a improvvisazioni ed estemporaneità“.
In Lombardia il 50% dei morti totali
La morte di quasi 12mila persone in Lombardia, più del 50%(!) del totale, dovrebbe indurre ogni persona sensata, dentro e fuori le istituzioni, ad evitare dichiarazioni azzardate. E si tenga conto che ci sono anche delle inchieste in corso, sulla gestione delle case di cura, che sono ancora all’inizio.