CR7 e il lancio della maglia – Quando un Campione non è sportivo


Cristiano Ronaldo calciatore non si discute, anzi non si deve discutere. 25 gol in 27 partite quest’anno, il primo anno in bianco nero trascinò da solo la Juventus in Champions contro l’Atletico Madrid segnando una tripletta. Senza contare i trofei con Mancheter United e Real Madrid più l’Europeo del 2016. Infatti, secondo me, il confronto Messi – Cristiano Ronaldo non esiste. CR7 è più forte, punto e basta. Dov’è il problema? Che, ormai, il fuoriclasse portoghese si comporta da prima donna, pretendendo di essere al centro dell’attenzione, calcistica e non. Non è il primo e non sarà l’ultimo. L’Higuain di Napoli andava in stizza se un compagno osava segnare senza passargli la palla.

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Ma ormai CR7 è completamente fuori controllo, come un bambino viziato. E il lancio della maglia a terra dopo la fine della partita col Genoa ne è la prova definitiva. Checché ne dica Stefano de Grandis, non è un regalo ad un fortunato raccattapalle, ma un gesto di stizza di chi pretende di marcare il cartellino ad ogni occasione. Va bene innervosirsi per aver sbagliato un gol clamoroso, ma lui è stato onestamente ridicolo.

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Se fosse stato un gesto isolato, ci si potrebbe anche passare sopra. Anche se, se fossi un tifoso della Juventus, mi sarei arrabbiato e non poco. Ed inoltre non è l’unico. Nel 2018, quando il suo ex compagno Modric vinse il Pallone d’Oro (rompendo il dualismo CR7 – Messi) si scagliò contro la giuria e contro il centrocampista croato, affermando che lui aveva fatto di più di lui, rifiutando di congratularsi con lui. Dimenticandosi della finale raggiunta dalla Croazia.

Il primo anno in Italia, per accontentarlo, la Lega si inventò il premio di miglior giocatore in quanto il premio di miglior attaccante andò a Fabio Quagliarella (giustamente). Nel 2020 la sua faccia delusa dopo la vittoria di Lewandoski nel FIFA the Best 2020 fece il giro del web. Tanto che il suo procuratore, Jorge Mendes, si è inventato il premio di “Miglior giocatore del secolo” per dargli un contentino.

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Senza contare che il fenomeno portoghese, in tre anni di Juventus, non si degna nemmeno di spiccicare qualche parola in italiano, tanto da dire ancora Giuventus. Lukaku, al primo anno all’Inter, si sforzava di parlare in italiano. Cosa che sua maestà non si degna di fare.

E la maglia gettata a terra, unita ai pugni dentro lo spogliatoio dopo una vittoria fondamentale come quella di Domenica, conferma solo che CR7 è un campione, ma non un uomo, anzi non è uno sportivo degno di questo nome. E, forse, l’aver gettato a terra la fascia di capitano dopo la partita contro la Serbia (il gol netto non visto da arbitro e guardalinee) più che stizza per un pareggio ingiusto e per aver perso la possibilità di segnare il gol vittoria.

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