Elezioni in Corea del Sud – Le elezioni parlamentari, tenutesi in Corea del Sud il 15 aprile e considerate dai più come un referendum sulla gestione dell’epidemia da coronavirus nel Paese, hanno visto il trionfo del Partito democratico (Pdk) del presidente della Repubblica Moon Jae-in, facendo registrare al contempo un’affluenza record pari al 66,2 per cento (la più alta dal 1992) nonostante le restrizioni imposte dalla pandemia.
Il Pdk ha ricevuto anche il supporto del Partito della Piattaforma, suo alleato in queste elezioni. Si tratta della più ampia coalizione di maggioranza dalla transizione del Paese a un sistema di tipo democratico nel 1987.
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L’assegnazione dei seggi
Il Partito democratico (Pdk) e il Partito della Piattaforma hanno ottenuto un totale di 180 seggi su 300, la maggioranza più ampia all’Assemblea nazionale (parlamento unicamerale). Il Partito del Futuro (prima forza di opposizione) e l’alleato Partito della Corea del futuro hanno invece ottenuto 103 seggi. Mentre il Pdk ha totalizzato il maggior numero di seggi nella capitale Seul e nella provincia di Gyeonggi, l’opposizione ha vinto nelle aree di tradizione conservatrice come le province di Busan e le metropoli di Taegu e Ulsan (che hanno visto tra l’altro il maggior numero dei contagi).
Tra gli eletti di quest’ultima, c’è sicuramente da segnalare la vittoria ottenuta da Thae Yong-ho nel ricco distretto di Seul, Gangnam. Si tratta infatti del primo disertore nordcoreano ad essere eletto nel parlamento del Sud.
Le elezioni si sono svolte per la prima volta dopo l’approvazione della nuova legge elettorale, caratterizzata da un sistema misto maggioritario e proporzionale e che ha permesso il voto ai diciottenni.
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La campagna elettorale e la ribalta del Partito democratico
Già prima dello scoppio della pandemia, il Partito democratico del presidente Moon non navigava in buone acque: la crisi economica imperversante (da cui comunque il Paese stava faticosamente uscendo), una sequela interminabile di scandali di corruzione e l’impasse nelle trattative con la Corea del Nord per ciò che concerneva il programma nucleare e la sperimentazione missilistica, avevano fatto registrare un crollo verticale dei gradimenti dell’opinione pubblica verso l’esecutivo. Tuttavia, la Corea del Sud e il suo governo si sono dimostrati molto efficienti nella gestione dell’emergenza coronavirus, grazie alla strategia dei test a tappeto per individuare i contagiati, per le misure di isolamento, e per il tracciamento telematico dei contatti di chi aveva contratto la malattia.
Con lo slogan “vota il Pdk per vincere la guerra contro il covid-19”, il partito del presidente Moon ha quindi puntato quasi tutto sulla sua capacità di affrontare il problema, riuscendo a convincere larga parte dell’elettorato.
I numeri dell’epidemia e le prossime mosse del presidente Moon
Nel Paese asiatico sono stati registrati oltre 10.500 casi e 229 morti. Le autorità sanitarie hanno diramato messaggi a tutta la popolazione contro il rischio di possibili nuovi focolai, soprattutto in luoghi di culto quali chiese e ospedali. Per cercare di abbattere il numero di infetti, il governo ha deciso di varare misure di distanziamento sociale, valide fino al 19 aprile.
Giunto a metà mandato il presidente Moon, forte di una maggioranza compatta e con un consenso che è passato, secondo i sondaggi, dal 42 al 56 per cento, potrà portare a termine più facilmente molte delle iniziative rimaste bloccate in Parlamento: lotta alla corruzione, politiche di redistribuzione economica (dal salario minimo al potenziamento del sistema di assistenza sociale), disgelo nei confronti della confinante Corea del Nord.