Arrivano chiarimenti dal Viminale per la questione Green Pass e ristoratori. Dal 9 agosto, come sappiamo, è possibile entrare nei luoghi chiusi o a rischio assembramento solo esponendo il passaporto verde. Il certificato attesta l’esito negativo di un tampone svolto almeno 48 ore prima, la guarigione dal Covid, o la profilassi vaccinale eseguita. Nella lunga circolare del Viminale si chiariscono i ruoli dei ristoratori nel controllo del pass.
Green Pass, i ristoratori non possono chiedere i documenti: non sono pubblici ufficiali
Non è possibile infatti per i ristoratori controllare i documenti d’identità degli avventori, in quanto non pubblici ufficiali. Il controllo dei documenti va eseguito in queste modalità, secondo quanto scritto sulla circolare diramata del Viminale
“In caso di palese falsità il gestore o il titolare possono chiedere di controllare la corrispondenza dell’identità. Qualora si accerti la non corrispondenza fra il possessore della certificazione e l’intestatario della medesima, la sanzione si applicherà solo all’avventore, laddove non siano riscontrabili palesi responsabilità a carico dell’esercente”
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