Il ddl Zan finisce ai Boschi

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In Senato il ddl Zan, il testo contro le discriminazioni e le violenze legate all’omotransfobia e all’abilismo finisce vittima della tagliola, metafora della segatrice degli alberi dei boschi. Praticamente viene approvata al Senato la richiesta presentata da lega e fratelli d’Italia di non passare alla discussione degli articoli del disegno di legge e la votazione avviene a scrutinio segreto su concessione della Presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati.

Ddl Zan affossato. Gli applausi del centrodestra, uno spettacolo pietoso!

L’accusa di aver affossato la legge Zan è rivolta al partito Italia viva degli assenti Renzi, impegnato in Arabia Saudita, e Maria Elena Boschi, che però è la presidente del gruppo parlamentare di IV non al Senato, bensì alla Camera.

La presidente si difende dall’accusa di aver gettato tra i rovi dei boschi la proposta di legge Zan, ribaltando le accuse nei confronti del Movimento 5 stelle e del PD, che avrebbero attuato la strategia completamente sbagliata del muro contro muro.

Secondo la Boschi i traditori Letta e Conte li devono cercare non in Italia Viva, ma tra i senatori di PD e 5 stelle, ma questo non toglie nulla allo spettacolo penoso messo in scena dagli applausi di buona parte del centrodestra per l’affossamento di una legge, che avrebbe dovuto tutelare molte persone.

Un brusco passo indietro

Italia viva aveva chiesto alcune modifiche al testo del disegno di legge per migliorarlo e così assicurare la sua approvazione con una maggioranza più larga, proprio perché secondo la Boschi il suo partito teneva molto alla legge.

La presidente ricorda la legge sulle unioni civili voluta fortemente dal governo Renzi sulla quale fu messa la fiducia, mentre adesso si è fatto un brusco passo indietro, preferendo i proclami al risultato, che sarebbe potuto essere raggiunto con una strategia diversa e non certo con un muro contro muro suicida.

Il famoso cantante Fedez, su probabile consiglio della moglie, la potente influencer Chiara Ferragni, ha attaccato Renzi perché colpevole di essere in Arabia Saudita, invece che in aula a votare, ma la Boschi ha risposto che non sarebbe stato comunque determinante per cambiare l’esito.

Infatti lo scarto di ben 23 voti tra i 154 voti favorevoli e 131 contrari alla tagliola non si può giustificare solo con l’eventuale tradimento dei 12 senatori presenti di Italia Viva e tantomeno con gli astenuti che risultano essere solo 2.

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Ddl Zan vittima della “tagliola”

Ddl Zan, i diritti civili sacrificati da interessi parlamentari

Insomma c’è il forte sospetto che il tema, sentito in buona parte dell’opinione pubblica della lotta all’omofobia, sia stato sacrificato sull’altare delle tattiche parlamentari.

Il capo gruppo dei senatori di Italia Viva Davide Faraone insieme alla Boschi e allo stesso segretario del PD Letta sembravano lavorare sulla stessa lunghezza d’onda per trovare un accordo più ampio sul testo, ma evidentemente molti senatori della vecchia maggioranza del governo Conte II hanno preferito andare allo scontro con il centro destra e quindi anche con forza Italia e la lega, entrambi partner della maggioranza che sostiene Draghi.

Ora per sei mesi il ddl Zan non si potrà più discutere e sarà comunque complicato ripartire con un altro testo su questa materia così delicata, soprattutto per il clima di scontro che si è creato.

Per questo motivo per scegliere il nuovo Presidente della Repubblica bisogna ricercare una maggioranza più ampia possibile ed evitare che si sia ancora sotto scacco da parte dei franchi tiratori, come insegna la storia parlamentare italiana.

Riflettiamo!

Comunque nonostante le risposte della Boschi che vuole allontanare i sospetti dal suo partito sembra evidente che Italia Viva abbia spesso le stesse posizioni politiche di Forza Italia e sia più vicino al centrodestra che al centrosinistra attuale.

In questo quadro si inserisce anche Carlo Calenda, forte del 20 per cento raccolto alle ultime comunali di Roma, che ha chiesto a Letta di rompere con il movimento 5 stelle e a Berlusconi con la Lega per proseguire con Draghi, sostenuto da una maggioranza di stampo europeo, che da tempo dal nome della presidente della commissione europea Von der Leyen, viene definita coalizione Ursula.

Ma anche su questa considerazione politica che riguarda l’alleato Calenda e il suo partito Azione, Maria Elena Boschi è abile a dribblare la questione, dichiarando testualmente :”La scelta giusta adesso è sostenere l’impegno di Mario Draghi ed evitare fibrillazioni al governo. Bisogna lavorare solo per spendere i soldi del Pnrr, per fare le riforme, per sconfiggere davvero e seriamente il covid e per dare un futuro ai nostri figli.

“La campagna elettorale è finita”. Ora non resta che l’elezione del presidente della Repubblica e la raccolta delle firme per i tanti referendum, che le forze politiche stanno consegnando in questi giorni alla Cassazione, effettivamente per le strategie e i giochi delle elezioni politiche sembra esserci ancora tempo anche perché, considerando il taglio dei parlamentari e i risultati delle ultime tornate, l’elettorato e i partiti non gradiscono andare alle urne. Riflettiamo!

 

 

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