Intervista esclusiva a Catello Vitiello, neo Deputato


Catello Vitiello, avvocato penalista, stabiese doc è stato eletto come parlamentare della Repubblica italiana nel collegio uninominale Campania 1.12 di Castellammare di Stabia

Partito ed eletto, in realtà, con il Movimento 5 Stelle, la campagna elettorale dell’Onorevole Vitiello è stata costellata da alti e bassi frutto di un passato in massoneria mal digerito dal candidato premier Luigi Di Maio e da tutto il movimento. Alle urne, non c’è stata storia: Catello Vitiello è stato eletto alla Camera con il 46,58% , un vero e proprio plebiscito. A Roma però lavorerà nel Gruppo Misto a seguito dall’espulsione dal Movimento 5 Stelle, movimento che Vitiello non ha mai rinnegato.

Intervista all’Onorevole Catello Vitiello

Un paio di domande di carattere generale e di curiosità, poi le chiederò di problematiche e soluzioni per il territorio che rappresenta nelle sedi nazionali.

Di Maio o Salvini da soli è praticamente impossibile e Mattarella lo ha già detto e ribadito. Come finisce? Ci dica la sua? Facciamo un gioco. Se dovesse scommettere una sola delle vecchie Lire, su chi la punterebbe?

Siamo una democrazia parlamentare. E’ chiaro che il Presidente della Repubblica darà il mandato a chi dimostrerà di essere in grado di formare una maggioranza in Parlamento, una maggioranza che possa reggere anzitutto di fronte alla prima prova, che è il voto di fiducia. Senza addentrarmi in giochi o scommesse, penso che il leader di un movimento che ha ottenuto 11 milioni di voti debba avere la possibilità di dare vita a un Governo.

Catello Vitiello Deputato della Repubblica Italiana. Che effetto le fa?

E’ un onore. Rappresentare la Repubblica, essere tra coloro che hanno il compito di scrivere le leggi è una missione di cui sento tutto il peso e la responsabilità. Non nascondo, poi, che il fatto stesso di ritrovarmi nella stessa Aula in cui i grandi padri del diritto hanno dato vita ai testi che per tanti anni hanno accompagnato la mia formazione mi riempie ancor più di orgoglio e di emozione. Detto questo, il pensiero di poter rappresentare il mio territorio, di essere il punto di riferimento per i tanti cittadini che hanno creduto in me, nella mia preparazione e nella mia capacità è ciò che mi fa andare avanti a testa alta e con passione.

In merito alla diatriba della massoneria, per la quale personalmente ho scritto nei giorni di burrasca e per la quale ho la mia idea di cattiva gestione sin dal principio e di un qualcosa che si avvicina all’autogol per il movimento pentastellato, oggi, a distanza dagli eventi, a mente fredda, e con una votazione vinta non solo per i meriti del movimento nazionale (le urne hanno dato un plebiscito anche a livello personale per lei), che idea si è fatto di quanto accaduto? Poteva andare diversamente o essere gestita diversamente?

Sono sincero, a distanza di mesi sono un po’ stanco di tornare sempre sulla stessa vicenda, anche perché credo di aver chiarito ampiamente la mia posizione nelle scorse settimane. Dico solo, ancora una volta, che ho rispettato le regole che il Movimento aveva imposto: quando ho accettato la candidatura non ero più iscritto alla loggia massonica. D’altra parte, da un Movimento che si ispira a Rousseau, uno dei padri fondatori della massoneria moderna, potevo attendermi tutto tranne questo.

Oggi lei fa parte per quanto dettoci del Gruppo Misto. Continuerà ad appoggiare le iniziative parlamentari del Movimento 5 Stelle ad oltranza o seguirà le sue idee?

Io sono stato eletto dopo aver firmato un programma che sostengo e che continuerò a sostenere. Ora, non per scelta mia, sono nel Gruppo Misto. Ciò che conta, però, è che continuerò a svolgere il mio lavoro per il territorio che mi ha eletto. Rispetto all’evolversi della situazione non sono io a dover dare risposte.

Veniamo al territorio. Lei arriva a Roma da un territorio dimenticato e martorizzato dalle istituzioni e dalla camorra. Ci sono alcuni problemi atavici. Le voglio chiedere delle politiche che saranno adottate per il Lavoro e per il Turismo.

Situazione Fincantieri. La situazione sembra essere in stallo e sempre sul punto di degenerare. Sono anni che si va avanti con tira e molla. Ora sembra esserci un passaggio fondamentale per la difesa delle commesse. Ci ragguagli sulla linea che adotterà.

La proposta che viene dai vertici dell’azienda – di creare un gemellaggio tra le sedi degli stabilimenti – è interessante nella misura in cui il progetto si rifletta sulle commesse e non soltanto sulla mobilità. Rispetto a quest’ultima, infatti, Castellammare ha già pagato dazio: almeno un centinaio di lavoratori hanno dimostrato il proprio attaccamento alla fabbrica scegliendo di spostarsi anche a Monfalcone pur di continuare la propria attività.
Nuovo lavoro, nuovi ordini e nuove attività sono indispensabili affinché i lavoratori Fincantieri possano sperare davvero in un futuro produttivo roseo.
La premessa, però, dev’essere chiara. Castellammare deve tornare ad avere un ruolo centrale nella strategia produttiva di Fincantieri: non più soltanto un’officina dove assemblare tronconi di navi, ma quel cantiere storico a cui è legata la tradizione della cantieristica mondiale.

Lavoro. Quali solo le politiche che devono essere adottate per risollevare le sorti del nostro territorio cercando di fermare la diaspora in atto da decenni?

E’ chiaro che il mio primo obiettivo sarà quello di lavorare per il territorio. Ha centrato il punto: abbiamo bisogno di politiche per il lavoro che mettano al centro i redditi delle famiglie. Solo così possiamo invertire la rotta e dare maggiore potere d’acquisto ai nuclei familiari.

Situazione turismo. Castellammare di Stabia, la sua città, negli ultimi giorni è stata vittima dell’ennesimo fallimento strutturale con il cedimento della Villa Comunale e un allagamento senza precedenti. Vorrei prenderlo come simbolo della mala gestio che da decenni si “occupa” del nostro territorio. A questo aggiungo Palazzo del Fascio/Biblioteca in stallo da 10 anni, Terme Antiche rinnovate e mai aperte, Terme Nuove abbandonate, Fonti chiuse e mi fermo qui per pietà verso noi stabiesi. Quali sono le infrastrutture per le quali sente di poter assumere un impegno finalizzato al loro rifacimento?

Nell’ultima campagna elettorale per le Comunali ho sentito parlare spesso di filiera istituzionale. E’ chiaro che rispetto agli investimenti necessari per il nostro territorio l’amministrazione comunale, da sola, può fare poco. Sul termalismo, siamo alla vigilia di un bando che potrebbe cambiare il futuro degli assetti, ma dobbiamo capire se davvero questa strada sia l’unica perseguibile e se vi sia sul serio qualche imprenditore privato interessato a rilevare strutture che, negli anni, sono state colpevolmente abbandonate e ridotte alla distruzione. Il turismo, poi, è un settore da proteggere: Castellammare, l’area dei Monti Lattari e la penisola sorrentina devono vivere di turismo. Per farlo, però, abbiamo anche bisogno di infrastrutture, servizi di mobilità e sicurezza. Serve un vero e proprio accordo per Castellammare, un tavolo che metta insieme Governo, Regione e Comune e che rilanci le bellezze di un territorio dimenticato, martoriato e abbandonato.

Fiume Sarno. Il fiume Sarno da tempo immemore è un simbolo di lutto per la Campania e in particolare per il nostro territorio che non può avere una costa balneabile nei terre fertili a causa dell’inquinamento subito da un’intera regione che senza pietà sfrutta il fiume come la peggiore delle fogne. Si immagina la sua città con il mare in centro pulito e con le famiglie in spiaggia senza pericolo? Che idea si è fatto e quali soluzioni adotterebbe?

Nelle scorse settimane ho letto gli esiti della commissione d’inchiesta sul Fiume Sarno e ne sono rimasto sconcertato. Si sono sprecati fiumi di denaro pubblico, si è di fatto impedito che il corso d’acqua più inquinato d’Europa potesse essere risanato. Credo che su questa vicenda sia necessario indagare a fondo. Solo attraverso una vera riqualificazione del Sarno i progetti turistici per il rilancio del territorio potranno diventare realtà.

Valle dei Mulini. La Gragnano della Pasta vive una nuova vita grazie ad imprenditori bravi e coraggiosi, che hanno visto oltre il territorio strizzando l’occhio al resto d’Italia e del mondo come si faceva a fine ‘800 e per buona parte del secolo scorso. Quali azioni sono da adottare per rendere la Città della Pasta un luogo di attrazione turistico soprattutto rivalutando la storica e bellissima Valle dei Mulini?

Va fatto un plauso agli imprenditori che, investendo tempo e denaro, stanno facendo di Gragnano una vera e propria capitale della cultura enogastronomica. Attorno al lavoro dei privati, però, va costruita una rete pubblica, un sistema che metta Gragnano, l’area dei Monti Lattari e quella stabiese al centro di un sistema integrato di servizi turistici. Solo così potremo trasformare il turismo mordi e fuggi in una vera e propria dimensione turistica.

La ringrazio per il suo tempo e le faccio un grande in bocca al lupo per la grande avventura che si appresta a vivere!

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