Ci sono persone che entrano nella tua vita in modo così silenzioso che non te ne accorgi.
E invece si radicano e diventano parte di te, portandoti colore, allegria, modi di dire, simpatia. E queste persone fanno così normalmente parte della tua vita, che non riesci ad immaginare di poterne far senza. Queste persone sono la tua stessa essenza, si fondono con te, sono la tua pelle, la tua anima. Lo diventano nel tempo, giorno per giorno, insediandosi comodamente nel tuo io. Ma tu non te ne accorgi nemmeno. Lo dai per scontato. Tu vivi, e queste persone vivono con te.
Poi all’improvviso la morte te le porta via. E tu ti senti stracciato, lacerato, privato di qualcosa che ritenevi essere tuo, che era dentro il tuo cuore. Magari fino al giorno prima pensavi fosse un estraneo, quel tuo compaesano, ma nulla più. E invece ti trovi a inzuppare fazzoletti come se avessi perso un fratello, un parente, un amico sincero. D’improvviso ti riecheggia in testa tutto quello che ti ricorda lui, a cominciare dalle sue canzoni, quelle ironiche, quelle allegre, quelle impegnate, quelle profonde, che rappresentano la tua terra, le tue origini, la tua vita stessa. Ti senti orfano, orfano di qualcosa, ti senti come se il mondo ti fosse crollato addosso. E ti sorprendi, perché non pensavi di stare così male per la morte di quello che in effetti, per te, era un estraneo, o al più un conoscente.
E allora non puoi fare altro che pensare a quanto quella persona ti ha dato, quanto ti è rimasta dentro, e per quanti anni ti ha accompagnato, in silenzio, dando colore alle pareti della tua anima. Pino Daniele era una di queste persone. Oggi la città ha risposto con un silenzio spettrale, innaturale. Il traffico scorreva lento, silenzioso, nella sua solita convulsione, ma negli occhi di ognuno c’era il lutto e le lacrime. La città degli eccessi e dell’approssimazione, ha perso il suo Re della Musica, che stavolta non era né un eccesso, né un’approssimazione, ma un poeta che ha avuto la capacità di far conoscere Napoli e la sua musica in tutto il Mondo.