Il Recovery Plan italiano, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) approvato dal Consiglio dei Ministri martedì 12 gennaio, dovrà dare attuazione, in Italia, al programma denominato Next Generation EU, varato dall’Unione europea per integrare il Quadro finanziario pluriennale (QFP) 2021-2027 anche a causa delle conseguenze economiche e sociali dovute alla pandemia. Si tratta di uno strumento temporaneo messo a disposizione dei Paesi membri dell’Ue, dal valore di 750 miliardi di euro, suddivisi a loro volta in prestiti e sussidi, ripartiti tra i richiedenti. Come è possibile leggere sul sito della Commissione europea, il piano servirà “Per contribuire a riparare i danni economici e sociali causati dalla pandemia di coronavirus […] un piano di ripresa che aiuterà l’UE ad uscire dalla crisi e getterà le basi per un’Europa più moderna e sostenibile” e questo “costituirà il più ingente pacchetto di misure di stimolo mai finanziato dall’UE. Per ricostruire l’Europa dopo la pandemia di COVID-19 verrà stanziato un totale di 1800 miliardi di euro. L’obiettivo è un’Europa più ecologica, digitale e resiliente”.
Per accedere a tali fondi gli Stati membri dovranno presentare i propri Recovery Plan entro aprile 2021 alla Commissione europea e le condizioni da rispettare saranno stabilite durante l’approvazione dei piani stessi.
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Cosa prevede il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR)
Il testo del PNRR risulta articolato in 6 differenti missioni, ossia sei diverse aree tematiche strutturali di intervento: digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura; rivoluzione verde e transizione ecologica; infrastrutture per una mobilità sostenibile; istruzione e ricerca; inclusione e coesione; salute. Le risorse complessive saranno pari a 210 miliardi di euro e nel loro insieme le missioni raggrupperanno sedici componenti, atte a realizzare gli obiettivi economico-sociali definiti dalla strategia del Governo, articolate a loro volta in quarantasette linee di intervento per progetti coerenti.
Per ciò che concerne la prima missione, suddivisa a sua volta in Pubblica Amministrazione, Cultura e Sistema Produttivo, sono previsti la digitalizzazione di alcuni servizi, l’ampliamento e lo sviluppo di metodi di pagamento digitali, un focus su Ricerca&sviluppo, innovazione nel settore produttivo e la riqualificazione di aree urbane come il progetto Roma Caput Mundi. La missione rivoluzione verde e transizione ecologica pone l’accento sull’efficientamento energetico e la riduzione delle emissioni di CO2; la missione infrastrutture per una mobilità sostenibile prevede l’ampliamento, il rafforzamento e il miglioramento della rete ferroviaria e stradale; quella per istruzione e ricerca prevede un potenziamento degli asili nido, un miglioramento del sistema formativo e di reclutamento dei docenti e la creazione di un raccordo tra scuola, università e mondo del lavoro; la missione inclusione e coesione mira a facilitare l’accesso al mondo del lavoro, riducendo il gap generazionale e di genere e sostegni alle famiglie e ai genitori; l’ultima relativa alla sanità ha come obiettivo il potenziamento delle strutture territoriali e altri interventi mirati.
La ricezione negli altri Paesi europei
Oltre all’Italia anche gli altri Paesi dell’Unione europea beneficeranno dei fondi previsti da Next Generation EU, ognuna in maniera differente, per risollevare le economie nazionali entrate in crisi a causa della pandemia. Dei 750 miliardi di euro stanziati, la prima beneficiaria sarà l’Italia con oltre 200 miliardi, seguita dalla Spagna con 162 e dalla Polonia con 71. Paesi come Francia e Germania hanno dichiarato che spenderanno parte dei fondi nelle energie rinnovabili, puntando la prima soprattutto sull’idrogeno e la seconda in piani di incentivo della mobilità elettrica. La Germania si impegnerà inoltre: in un piano di decarbonizzazione, nell’incremento dell’occupazione, nella digitalizzazione e nella creazione di nuove infrastrutture. Su questa linea anche la Grecia ha dichiarato che parte dei fondi saranno spesi per la creazione di infrastrutture per le auto elettriche. Quest’ultima prevede anche l’ammodernamento delle infrastrutture di telecomunicazione con l’introduzione del 5G. La Francia punterà soprattutto in sostegno alle imprese, stimoli por l’innovazione e sostegno alle famiglie a basso reddito. Grecia e Spagna si attestano al primo posto per gli investimenti in formazione ed educazione. Il governo Sanchez prevede inoltre di semplificare gli incentivi alle assunzioni, incrementare l’efficientamento energetico e investire in maggiori fondi a istruzione e ricerca.