Durante la campagna elettorale presidenziale, Donald Trump aveva sostenuto che avrebbe risolto il problema delle guerre in Medioriente e Ucraina con qualche telefonata.
In effetti dopo l’insediamento alla guida degli Stati Uniti, il presidente Trump ha compiuto diverse telefonate, soprattutto per garantire la fine dei combattimenti in Ucraina, sentendo sia Putin che Zelensky. Ma nella telefonata con il presidente Vladimir Putin, alla base della discussione per fare terminare la guerra, c’è stata la richiesta russa di sospendere gli aiuti militari e di intelligence da parte dell’Occidente all’Ucraina.
Il lungo colloquio tra Putin e Trump è stato ritenuto comunque “produttivo” dal presidente degli Stati Uniti, perché ha ottenuto la tregua russa agli attacchi contro le infrastrutture energetiche ucraine per un mese. Questo risultato, secondo la Casa Bianca, rappresenterebbe il primo passo verso una pace definitiva. Ma sulla strada della soluzione definitiva del conflitto bellico questo “cessate il fuoco parziale”, accordato per un mese dalla Russia, solamente nei confronti delle strutture energetiche, non può bastare al presidente ucraino Volodymyr Zelensky, che lo ha detto chiaramente nel successivo contatto diretto telefonico con il presidente Donald Trump.
Secondo Zelensky, le condizioni di Putin in realtà avrebbero lo scopo di indebolire l’Ucraina e non quello di fare terminare la guerra. La Russia invece dovrebbe compiere il primo passo con un “cessate il fuoco completo ” e non limitato a determinate strutture, secondo il presidente ucraino Zelensky.
Questa opinione l’ha riferita a Trump, ma anche alla stampa mondiale, aggiungendo che invece gli Stati Uniti dovrebbero assumere il ruolo di garanzia in questo conflitto, chiedendo la sospensione generalizzata dei combattimenti alla Russia.
In ogni caso il presidente ucraino ha dichiarato di volere rispettare gli accordi, iniziando a procedere allo scambio di 175 prigionieri di guerra ciascuno, secondo le intese raggiunte in precedenza. Per il presidente Putin lo scambio di prigionieri rappresenta un grande gesto da parte di Mosca, perché oltre ai 175 prigionieri di guerra, la Russia si è dichiarata disponibile a trasferire in Ucraina anche 23 militari ucraini rimasti gravemente feriti negli scontri bellici.
Se Trump, attraverso il telefono insomma, ottenesse qualcosa di importante per la pace, sarebbe un fatto splendido, ma è ancora tutto in itinere e assolutamente da dimostrare. Invece la locuzione “se telefonando” rappresenta in Italia, un famoso brano musicale, interpretato dalla famosa e apprezzata cantante Mina.
Fu pubblicata nel 1966 a 45 giri la canzone intitolata “Se telefonando”, mentre si chiamava “No” il lato B del disco e fu inserita nell’album Studio Uno 66 a 33 giri. La canzone fu scritta da autori eccellenti nel panorama della televisione e della musica leggera italiana, Ghigo De Chiara e Maurizio Costanzo per il testo, e addirittura il premio Oscar Ennio Morricone per la musica e l’arrangiamento.
L’introduzione di fiati fu ispirata, per ammissione dello stesso Morricone, alle sirene della polizia di Marsiglia, aprendo questo brano, che per tanto tempo sarebbe diventato un motivo portante, sorreggente splendidamente un bel testo, che racconta la fine di un amore.
Maurizio Costanzo avrebbe spiegato negli anni che, nel testo più ancora di un amore, si dovrebbe intendere una passione intensa, improvvisa e delicata, che si spegne così velocemente, da non dare a nessuno il tempo di una spiegazione dell’accaduto. In effetti il famoso testo, soprattutto quando utilizza il condizionale nella frase “Se, telefonando, io potessi dirti addio, ti chiamerei…” trasmette benissimo una sensazione di impotenza e incompiutezza, che era riferita ad un rapporto amoroso, ma che alla luce delle telefonate di Donald Trump a Putin e Zelensky adesso può riferirsi al rapporto bellicoso tra la Russia e l’Ucraina, che gli Stati Uniti stentano ad interrompere definitivamente.
Le rassicurazioni sulla pace, fornite da Trump e Putin, purtroppo sono state seguite ancora dai brutti suoni delle sirene di allarme antiaereo a Kiev e dintorni, e quindi dopo le telefonate ci sono ancora i missili e i droni lasciati esplodere nella direzione della capitale ucraina.
La prima nota ufficiale rilasciata dal Cremlino pretende, per arrestare una pericolosa escalation del conflitto, e nel contempo lavorare verso la risoluzione politica e diplomatica della guerra, la completa cessazione dell’assistenza militare e della fornitura di intelligence da parte delle nazioni dell’Occidente. Nella nota si legge anche che, bisogna considerare ancora alcuni punti significativi e ulteriori considerazioni, come quella sui controlli effettivi del cessate il fuoco sulla linea del conflitto.
Inoltre la Russia richiede la fine della mobilitazione degli ucraini e del riarmo delle sue forze, insieme alla richiesta esplicita di Putin, che ha usato le testuali parole: ” bisogna eliminare le radici che hanno provocato la crisi”. In ogni caso Putin dichiara la sua disponibilità a collaborare con il presidente Trump per la pace, annunciando la formazione di gruppi misti, composti da esperti americani e russi, che dovranno lavorare assieme, per raggiungere i migliori accordi possibili per la pace.
Trump annuncia il suo grande ottimismo per i colloqui telefonici, definiti molto buoni e produttivi, non solo con Putin, ma anche con Zelensky, dopo le incomprensioni dell’ultimo incontro dal vivo alla Casa Bianca alla presenza pure del suo vice presidente.
Trump addirittura si spinge a definire “ottima” la telefonata con il presidente ucraino Zelensky, che sarebbe durata circa un’ora, con gran parte della discussione dedicata al suo precedente colloquio con Putin. Il presidente americano si è dichiarato disponibile ad aiutare il governo di Kiev nel tentativo di ottenere più difesa aerea dall’Europa, ipotizzando però il controllo americano sulle centrali elettriche e nucleari ucraine, per ottenere la gestione migliore e in assoluta sicurezza dell’energia e degli altri servizi di pubblica utilità.
Anche il presidente ucraino Zelensky dichiara le seguenti parole: “Possiamo raggiungere una pace duratura entro l’anno”, e definisce con il termine “schietto” il colloquio telefonico avuto con Trump.. Intanto, il Cremlino chiede all’Ucraina “reciprocità” nella cessazione degli attacchi alle infrastrutture energetiche e annuncia che l’incontro dal vivo tra Putin e Trump si terrà in Arabia Saudita, senza però specificare la data.
Sulla vicenda delle telefonate di Trump si è espresso pure il ministro della Difesa tedesco Boris Pistorius, affermando come l’Unione europea stia accelerando i piani per fornire all’Ucraina due milioni di munizioni di grosso calibro, fatto confermato pure dall’alto rappresentante per la politica estera europea Kaja Kallas.
Nonostante le telefonate di Trump e le dichiarazioni di Russia e Ucraina, la guerra purtroppo continua e c’è il fatto clamoroso deciso dal vecchio parlamento della Germania, che per la prima volta dopo la fine della seconda guerra mondiale si prepara ad un deciso rafforzamento del suo esercito, ponendosi assieme alla Francia come grande protagonista del riarmo deciso dalla Commissione e dal Parlamento nelle istituzioni dell’Unione Europea.
Nel Consiglio europeo invece manca l’unanimità dei paesi per la posizione dell’Ungheria, guidata da Orbán, e fa anche discutere la politica estera dell’ Italia, per le opinioni espresse dalla premier Giorgia Meloni nel dibattito molto polemico alla Camera dei deputati sui principi dell’Europa stabiliti dal manifesto di Ventotene, durante la seconda guerra mondiale.