Il Tesoro di San Gennaro ed il decreto annunciato

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Un tesoro come quello di San Gennaro è grande, troppo grande, come il cuore dei napoletani

Sembra una trama da copione cinematografico, dove il titolo potrebbe essere: ‘Il tesoro, la deputazione, la curia ed un ministro‘ , sulla falsariga di quello del regista Peter Greenaway per il film del 1989 ‘Il cuoco, il ladro, sua moglie e l’amante’.

La storia è antica di 500 anni, precisamente risale al 1527, in un’epoca di guerre, pestilenze ed ire del Vesuvio, con il popolo napoletano rivolto al suo santo patrono per chiederne la protezione, con l’impegno di onorarlo attraverso la costruzione ex voto di una cappella a lui dedicata, per custodirne le reliquie ed i doni. (storia su wikipedia)

Il 5 febbraio del 1601, gli eletti della città nominarono una commissione laica di dodici membri, due rappresentanti per ognuno dei seggi cittadini, denominata Deputazione per la costruzione della nuova cappella di San Gennaro. Deputazione di carattere laico, fino ad oggi.

Tesoro grande, troppo grande, che è stato voluto, sostenuto ed arricchito dal suo popolo, che fa gola, e che, durante la seconda guerra mondiale, fu nascosto in Vaticano; ci furono non pochi problemi per riportarlo a Napoli, visti i dinieghi alle continue richieste da parte dell’aricvescovo di Napoli Alessio Ascalesi che vide in Peppe Navarra detto il Re di Poggioreale, l’attuatore delle richieste. Era il 1947 e Navarra andò a Roma con il novantenne Principe Stefano Colonna di Paliano, caricando con le sue mani ogni pezzo con suoi mezzi, facendo ritorno a Napoli dopo dieci mesi, utilizzati per depistare i malintenzionati.

Nonostante la laicità delle deputazioni, sembra che non sia la prima ingerenza da parte della Curia di prendere parte alla gestione del tesoro, sempre respinte dalla Deputazione e dai suoi discendenti che si sono avvicendati.

Il decreto annunciato il 28 febbraio scorso dal ministro Angelino Alfano, che prevede la trasformazione della Deputazione di San Gennaro da laica a religiosa, con l’ingresso nell’ente di cinque membri nominati dalla Curia, ha scatenato le ire dei napoletani, che si sono movimentati con il flash mob del 5 marzo cui hanno partecipato oltre duemila persone, con fazzoletti bianchi, come quelli utilizzati per annunciare il miracolo di San Gennaro, sventolati in segno di protesta sul sagrato del Duomo di Napoli.

foto di Riccardo Siano

foto di Riccardo Siano

Riccardo Imperiali di Francavilla, deputato di San Gennaro, annuncia che ci sarà il ricorso alle vie legali contro il decreto del Viminale, mentre Paolo Jorio, direttore del Museo del tesoro di San Gennaro, parla del senso di appartenenza a un’identità conquistata nel corso dei secoli, dove San Gennaro-cittadino di Napoli deve essere tutelato.

flash mob al duomo di san gennaro

Sottoscritta anche una petizione, con lettera indirizzata al Ministro dell’Interno, al Prefetto di Napoli ed al Sindaco del Comune di Napoli, affinché vengano posti in essere tutti gli atti idonei a preservare la natura laica della Cappella del Tesoro di San Gennaro e della Deputazione, evitando che al suo interno possano entrare membri nominati dalla Curia.

Non resta che attendere; come dice il grande Eduardo ‘adda passà ‘a nuttata’.

immagine di copertina: Luciana Latte

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