La Cina ha annunciato oggi l’imposizione di dazi del 34% su tutte le importazioni provenienti dagli Stati Uniti, in risposta alle recenti misure tariffarie adottate dall’amministrazione del presidente Donald Trump. Queste nuove tariffe entreranno in vigore il 10 aprile prossimo.
Il Ministero delle Finanze cinese ha dichiarato che questa decisione è una contromisura alle azioni unilaterali degli Stati Uniti, considerate una violazione delle norme del commercio internazionale e un atto di “bullismo unilaterale” che danneggia non solo gli interessi cinesi, ma anche l’economia globale.
Dazi, la risposta di Donald Trump ai rincari della Cina
Il presidente Trump ha reagito prontamente attraverso il suo profilo su Truth Social, affermando: “La Cina ha giocato male, è andata nel panico, l’unica cosa che non può permettersi di fare”. Ha inoltre rassicurato gli investitori dichiarando: “Le mie politiche non cambieranno mai. Questo è un grande momento per arricchirsi”.
Jerome Powell, presidente della Federal Reserve, ha espresso preoccupazione riguardo alle possibili conseguenze economiche di questa escalation tariffaria. Ha avvertito che i dazi potrebbero aumentare l’inflazione e rallentare la crescita economica negli Stati Uniti.
A Wall Street, gli indici principali hanno registrato significative perdite: il Dow Jones ha chiuso in calo del 3,98%, lo S&P 500 ha perso il 4,84% e il Nasdaq ha subito una flessione del 5,97%. Anche le borse europee hanno risentito della situazione, con il FTSE 100 di Londra che ha registrato una delle peggiori performance giornaliere dal 2023.
Questa escalation potrebbe portare a una guerra commerciale prolungata tra le due maggiori economie mondiali, con effetti negativi sul commercio globale e sulle catene di approvvigionamento internazionali. La Cina ha presentato un ricorso presso l’Organizzazione Mondiale del Commercio contro le misure statunitensi, mentre gli Stati Uniti continuano a sostenere la necessità di riequilibrare le relazioni commerciali bilaterali.