Walter Zenga, il buonsenso e il Presidente Giulini.
<strong>Walterone ieri è stato intervistato sui canali della RADIO RAI sul momento particolare che stiamo attraversando.
Ecco le sue parole:
Sono sempre ottimista di natura, in questo momento non esserlo significa crearsi un alone di negatività intorno.
La situazione ci impone assoluta attenzione per ciò che è successo, ma adesso mi sembra molto difficile ipotizzare una data: da innamorato del calcio dico che per me si può tranquillamente sforare se le leghe trovano un accordo con le varie istituzioni, senza dimenticare che la priorità assoluta è quella di ritornare alla vita.
Quanto successo cambierà tutto a tutti, perché un conto è stare un mese in vacanza, altro è stare due mesi chiusi in casa.
Sono un ottimista perché visualizzo la prima volta che tornerò al ristorante o al cinema, penso a quel giorno perché voglio che questo accada.
L’isolamento è una brutta situazione ma penso a chi davvero sta vivendo situazioni difficili come medici, personale sanitario e soprattutto chi sta soffrendo in questo periodo.
Io sono isolato dall’8 marzo perché ho preso questa decisione volontariamente, senza aver avuto mai nulla, ho rispettato le direttive pensando di poter dare un contributo positivo anche stando a casa.
Se una persona mi vede in giro può pensare chissà che cosa, mi tolgo da una fila al supermercato, evito di far perdere 5 minuti alla polizia per dovermi controllare.
La mia famiglia è a Dubai e questo mi pesa ma so che stanno bene e questo mi fa guardare al domani con ottimismo.
“Tagli agli stipendi? Mi dispiace che ci stiamo focalizzando sui soldi e non sul problema reale, ossia risolvere questo brutto momento.
Anzi, svelo una cosa: quando ho firmato il contratto col Cagliari il 3 marzo, insieme al Presidente Giulini abbiamo inserito una clausola di buonsenso relativa proprio a questo periodo.
Non l’abbiamo mai detto prima perché non era una cosa da svelare.
Le persone intelligenti queste cose le vagliano con molto anticipo pensando e prevedendo quello che può succedere, trovando delle soluzioni a riguardo.
Tutto quello che sta succedendo intorno, come quello che ha fatto la Juventus, io e Giulini l’abbiamo fatto quasi un mese fa prevedendo delle cose.
Leggendo stamattina i giornali, con tutte le istituzioni calcistiche sul tavolo a discutere ho pensato che sarebbe stato meglio pensarci prima, specie perché a me piace cercare le soluzioni, non guardare al problema stesso.
Tempo per la preparazione?
Un conto è finire un campionato, andare in vacanza spensierati e prendersi qualche settimana di ferie, prima di tornare in ritiro e riprendere con gli allenamenti e la preparazione in vista della prima partita di campionato.
Quando e se si ripartirà, e io mi auguro che si riparta perché vorrebbe dire che questo virus è sconfitto, è perché quest’estate anche noi potremo dare una gioia o far distrarre chi ci guarda, ma sarà una preparazione totalmente differente.
Perché saranno due mesi vissuti da persone chiuse in casa, senza un allenamento specifico e andranno considerate due cose fondamentali nella preparazione: non ci saranno amichevoli di preparazione, perché non potranno esserci se non in determinate condizioni. E si giocherà un campionato di 12/13 partite in uno spazio molto ristretto.
Quindi cambierà moltissimo la metodologia di preparazione perché per ritornare alla vita normale servirà del tempo a tutti noi.
È un discorso molto articolato, difficile da chiudere in 2/3 settimane.
Non ho mai pensato che si sarebbe potuto riprendere il 3 maggio.
Mi sembra una data molto ristretta, ma sono ottimista.
Se la Fifa ha dato la disponibilità alle Leghe di poter discutere sul posticipare la data del 30 luglio, con tutto quello che riguarda diritti sportivi e sponsorizzazioni, se tutto va bene, se noi giochiamo d’estate e lo spazio tra i due campionati è breve, io dico ma chi se ne frega delle vacanze, ma chi ha voglia di andare in vacanza.
“Tour de force? Il problema è la salute delle persone e come si potrà ripartire.
E’ vero che il calcio passa in second’ordine rispetto alle industrie ma non bisogna dimenticare l’importanza economica del calcio sul PIL italiano per quello che produce.
Si pagano stipendi elevati, ma chi li percepisce paga anche tantissime tasse.
È un discorso che esula dal mio essere allenatore ma mi porta a pensare da cittadino.
Voglio che si riprenda il prima possibile.
Non per quello che mi riguarda personalmente, vista la succitata clausola di buonsenso del 3 marzo, ben prima di quanto fatto dalla Juventus.
Sarà una stagione da 14 mesi? Mancini è talmente bravo che sarà comunque in grado di mettere insieme una squadra in grado di fare un grandissimo Europeo nel 2021.
Io non credo che sia un problema di fare una stagione lunga, ma quel che conta è tornare a vivere.
Se si deve giocare senza sosta, vorrà dire che giocheremo senza sosta.
Dobbiamo fare sacrifici, economici e di altro tipo?
Facciamoli.