Esclusiva – Adrian Ricchiuti:”Che emozione il gol alla Juventus. A Catania mi sono trovato da Dio. Morimoto mangiava quantità industriali di aglio”


Ai nostri microfoni l’ex Rimini e Catania, Adrian Ricchiuti

Abbiamo intervistato l’ex calciatore di rimini e Catania, Adrian Ricchiuti che all’età di 42 anni non ha ancora appeso gli scarpini al chiodo, il suo estro lo possiamo ammirare nel campionato di San Marino.

Di cosa ti occupi in questo momento?

Gioco ancora a calcio  in una squadra di San Marino ed alleno i bambini, adesso è tutto fermo molto probabilmente il campionato è terminato. Siamo sesti in classifica, ci sono due gironi Q1 e Q2.

In Italia invece è giusto che il campionato sia portato a termine?

Il problema è tutto quello che muove il calcio, ci sono migliaia di lavoratori che perderebbero il loro posto di lavoro. Se riprende il campionato  bisogna farlo per queste categorie, il giocatore non ha bisogno di giocare per portare a casa qualcosa.

Che soddisfazioni ci sono ad allenare i bambini?

Tante soddisfazioni perchè è normale che allenare un settore giovanile non è come allenare in una Accademy. Veder crescere un  bambino n on selezionato  è una gran soddisfazione, cerco di insegnare tutto quello che ho imparato nella mia vita calcistica. Vedere crescere un bambino è molto bello.

Chi vedi come favorita per la vittoria in campionato?

A livello di organico dico sempre la Juventus, anche se è come se iniziasse un campionato nuovo. Ieri guardavo la Bundesliga  e sembra che i giocatori abbiano paura. Si partirà tutti allo stesso piano.

A proposito di Juventus, tu hai giocato la famosa partita con il Rimini, che emozioni hai provato?

Ho provato tante emozioni, fare gol alla Juventus non capita tutti i giorni. Era un’emozione per la città, per come si è vissuto la settimana antecedente alla partita, vedere tanti campioni ma sopratutto vederli calati umilmente in Serie B dopo che un mese prima avevano alzato la Coppa del Mondo. Si  sono dimostrati dei grandi campioni.

Dopo Rimini sei andato a Catania, raccontaci l’incredibile rimonta  con Sinisa allenatore.

E’ stata una stagione partita con Atzori, non giocavamo male ma il mister non faceva risultati. Poi è arrivato Sinisa insieme a Maxi Lopez, ha toccato le motivazioni giuste e la squadra ha fatto una rincorsa incredibile,. E’ un allenatore preparato e da anche una grande carica, e lo dimostra anche nella vita.  Ha una grandissima grinta, io lo devo solo ringraziare, con Atzori non giocavo,, con lui  ero titolare.

Come ti sei trovato a Catania?

Mi sono trovato da Dio, una città fantastica, posso solo parlarne bene. Io l’ho vissuta da calciatore, e non è la stessa cosa di viverla come persona.

Il Catania è in cattive acque, penso che ti dispiaccia un po’.

Fino all’ultimo sto sperando però capisco che è una situazione molto difficile. Io spero che qualcuno compri il club,  anche se realisticamente comprare un  club fallito  costa di meno. Credo che chi prende  il Catania da fallito faccia un affare,  perchè è una città che ha fame di calcio. Ha un centro  sportivo bellissimo, io credo che   se dovesse fallire  nel giro di poco tempo ritornerà nei professionisti.

Qual’è il giocatore più forte con cui hai giocato?

Io ho fatto tute le categorie, ho trovato giocatore fortissimi dovunque . A Catania ho avuto Barrientos, Papu Gomez, Maxi Lopez e Bergessio, erano dei giocatori molto forti, abbiamo fatto quattro anni incredibili.

Durante la tua carriera sei stato vicino ad un trasferimento clamoroso?

Quando ero a Rimini il Presidente Vincenzo Bellavista non mi ha mai fatto andare via da nessuna parte, perchè voleva andare in Serie A. Ricordo a Catania che mi ha chiamato il Presidente del Lanus per tornare in Argentina,, ma Lo Monaco non mi ha fatto andare via, ma sono stato contento della scelta.

Quindi l’Italia è la tua prima o seconda casa?

Ormai è la mia prima casa, sono qui da tanti anni e credo di non tornare in Argentina anche se non scorderò mai la patria che mi ha dato la vita.

Tu hai giocato con Morimoto, che tipo di giocatore era?

Morimoto era la persona più simpatica di tutti,  mangiava quantità industriali di aglio.  Era una persona stupende ed un bravo giocatore, l’unica pecca era che faceva pochi gol. Credo che un giapponese così simpatico non esiste. Più che giapponese era un napoletano, perchè ci prendeva in giro, lui aveva la ragazza che lavorava a Milano e sapeva l’italiano.

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