Esclusiva – Alberto Cavasin:”Gasperini allenatore più innovativo. Attenzione agli infortuni muscolari alla ripresa del campionato”

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L’ex allenatore di Fiorentina, Lecce e Brescia Alberto Cavasin

Alberto Cavasin – Dopo qualche anno, torna a parlare l’ex allenatore di Fiorentina, Brescia, Lecce Alberto Cavasin. Di seguito la nostra personalissima intervista:

Come sta trascorrendo questo periodo di quarantena forzata?

Naturalmente a casa come tutti, dopo i primi  2-3 giorni in cui mi sono trovato un pò spiazzato, ho cominciato ad abituarmi ho dovuto rinunciare come tutti alla routine giornaliera. Ho un piccolo giardino e comunque mi posso muovere, non mi trovo disadattato, io sto bene anche così, non mi sento recluso seguo le notizie giornalmente di ciò che accade nel mondo ed in Italia. Mi spiace di vedere questo contesto generale in cui c’è molta sofferenza, io per il lavoro che ho fatto ero sempre pressato però se ci penso facevo un mestiere. da solitario.

Quindi Lei si rivede nel titolo del famoso libro “La solitudine del portiere”

Nel calcio per me ci sono tre ruoli particolari che secondo me meriterebbero un approfondimento, l’arbitro, il portiere e l’allenatore, sono tre ruoli masochisti ed un po’ particolari. Il  concetto è quello che è sempre colpa sua anche se si vince, l’arbitro in particola modo è quello preso più di mira ed in un certo senso più sfortunato.

Negli ultimi due anni ha avuto opportunità di scegliere una panchina?

Si ho avuto delle trattative, ma mi sono escluso ed ho scelto di non fare più l’allenatore. Mi sono dedicato al mestiere di mental-coach fatto in un certo modo, ho fatto i miei percorsi formativi.

Collabora con qualche club?

Per adesso faccio solo libera professione nel mio studio, aiuto qualsiasi tipo di persona, non faccio lo psicologo, do un’identità alla persona, per cui creo motivazioni, lo rendo più carico e può affrontare nel miglior modo la vita. Di solito le persone hanno bisogno, sul lato lavorativo, di salute o sentimentale, io non gli risolvo le situazioni, la persona dopo 3-4 sedute è più motivata.

Ammesso e non concesso che i campionati ricomincino, i club si ritroveranno di fronte ad una esperienza nuova. Che tipo di preparazione dovranno affrontare?

Da anni non si parla più molto dell’aspetto fisico, adesso la squadra fa una preparazione abbastanza succinta abbastanza breve, un pò in stile inglese,  si fanno partite già dopo 6-7 giorni , quindi i giocatori sono abituati a tutto ciò. In questo periodo i calciatori hanno comunque svolto del lavoro atletico nelle proprie abitazioni, con 10-15 giorni di allenamento sono pronti a giocare. Non si faranno grossi carichi di lavoro dove si possono appesantire le gambe, molto pallone e qualche richiamo. L’importante è che tutti abbiano gli stessi tempi, c’è solo il rischio di qualche incidente in più, magari qualcuno di loro spinge subito a 100 all’ora ed i muscoli non sono preparati alla competizione al top. Aggiungo anche che con molta probabilità si giocherà ogni 3 giorni ed i tempi per il recupero fisico non ci sono. Quindi ci saranno più contratture e stiramenti.

I giocatori che sono risultati positivi al Covid-19, avranno più difficoltà ad entrare in forma?

Da quello che si capisce non è una normale influenza, questo virus colpisce i polmoni, anche a livello cardiovascolare ci potrebbero essere dei problemi, quindi si sarebbero da fare degli screening più approfonditi.

Lei è stato allenatore del Leyton Orient, le piace di più il calcio inglese o quello italiano?

In Inghilterra il calcio è un rito, l’atmosfera è diversa, li rimanevo fino alla fine della partita ed attendevo che uscissero i giocatori ed il pubblico. Chi è andato ad allenare li è rimasto entusiasta, il coro delle curve è entusiasmante, resti a guardare gli spettatori quasi a bocca aperta. Il calcio invece è sempre rimasto più o meno simile, una grande intensità, ma non c’è più il lancio verso il centravanti, adesso giocano molto palla a terra. In Italia non abbiamo questa intensità di gioco, c’è da dire che gli inglesi poi quando arrivano a mondiali od europei sono abbastanza spremuti.

Secondo Lei, al momento qual’è l’allenatore più innovativo?

In questo momento è sicuramente Gasperini, che non è più innovativo, ma questa maniera di gioco gli sta dando ragione. Anche Juric lo possiamo considerare innovativo con questo pressing alto. Ormai si gioca con qualsiasi sistema, quello che ha stravolto i modi è sicuramente Gasperini  e lo fa da almeno dieci anni, prima dava molto più aggressività alla squadra, un pò come il metodo di Simeone all’Atletico Madrid.

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