Al momento della partenza degli azzurri per questo Europeo, nonostante il cammino impeccabile nelle qualificazioni, c’era molto scetticismo. E, soprattutto, molto disfattismo unito ad forestierismo del tutto fuori luogo. Ogni squadra fin qui affrontata, e battuta, dall’Italia diventava, immediatamente dopo il fischio finale, una squadra senza valore.
Specialmente dopo il soffertissimo 2 a 1 contro l’Austria. Ma la vittoria sul Belgio ha dato un’iniezione di fiducia in molti di quei tifosi che sono incapaci di godere. Perché, a prescindere di come andrà stasera, all’Italia si devono fare solo i complimenti.
La partita è difficile, come ogni semifinale. In più, specialmente negli ultimi anni, la Spagna è la nostra bestia nera. Dal 2008 ad oggi le Furie Rosse sono state battute solo una volta, nel 2016 quando Conte era il CT (due a zero gol di Chiellini e Pellè). I numeri, ovviamente, non sono niente quando scendi in campo, ma servono per ricordare che la partita è difficile. Ma Mancini e i ragazzi ci sono e sono motivati. Perché la finale è a portata di mano, perché la Spagna ha dimostrato di essere battibile.
La formazione che scenderà in campo stasera sarà la stessa di Venerdì con un cambiamento, purtroppo obbligato. Emerson Palmieri scenderà in campo al posto di Spinazzola, il migliore degli azzurri. L’unico altro ballottaggio è in attacco. Chiesa è avanti nelle gerarchie, ma Berardi è comunque carico. E, sebbene abbia giocato una buona partita, l’esterno della Juventus ha dimostrato di essere devastante a partita in corso.
Confermato anche Immobile nonostante la brutta partita. Il Mancio ha infatti deciso di dargli ancora fiducia, come confermato dalle sue dichiarazioni “Le critiche possono renderti più forte”.
Di seguito le probabili formazioni: Italia (4-3-3): Donnarumma; Di Lorenzo, Bonucci, Chiellini, Emerson Palmieri; Barella, Jorginho, Verratti; Chiesa, Immobile, Insigne.
Spagna (4-3-3):Unai Simon; Azpilicueta, Laporte, Pau Torres, Jordi Alba; Koke, Busquets, Pedri; Ferran Torres, Morata, Dani Olmo.
P.S.: a quei pseudo tifosi che, sabato, in barba ai festeggiamenti, hanno appeso uno striscione a Castel dell’Ovo con su scritto “Per l’orgoglio meridionale, non tifare la nazionale” vorrei dire che quattro titolari su undici sono del sud.