Il Napoli saluta la Champions League, il giorno dopo

 

Il Napoli di Luciano Spalletti si arrende al Milan di Stefano Pioli. Di Gianfranco Piccirillo

La squadra di Spalletti affronta la partita più importante dell’era Delaurentiis non al meglio della condizione, sia per le squalifiche pesanti di Anguissa e Kim Minjae, che per i problemi fisici da poco superati di Osimhen e altri calciatori contro un Milan, invece al gran completo e più brillante in questo periodo. Il Napoli comincia bene come a Milano, trascinato anche dallo stadio finalmente compatto nel tifo, ma non riesce a concludere bene in porta nelle numerose conclusioni di Kvaratskhelia, Politano e Zielinsky, tutte fuori misura.

La squadra di Pioli, riesce a superare con ordine gli assalti iniziali e comincia nella seconda parte del primo tempo a proporsi nelle ripartenze, sfruttando le sue armi migliori, ma anche qualche errore del Napoli, che come nelle ultime due gare precedenti col Milan, concede troppo spazio a Leao e a Diaz, abili nei contropiedi a servire l’esperto centravanti Giroud, autentica bestia nera della squadra partenopea. Dopo le polemiche per l’arbitraggio pessimo dell’andata la gara è stata affidata al fischietto della finale mondiale, che però concede il rigore al Milan e non al Napoli, per episodi tutto sommato simili con l’ausilio del var. Le parate di Meret sul rigore dell’ex campione del mondo e attuale vice campione francese e anche su un’azione successiva altrettanto pericolosa dello stesso Giroud sembravano fare girare comunque in senso positivo la partita per gli azzurri, e invece una palla velenosa persa da Ndombele avvia la ripartenza di Leao, che con la complicità di Rrahmani, regala la palla del riscatto al centravanti del Milan, che però tutto sommato lascia ancora speranze di rimonta al Napoli nella ripresa. Pioli riesce ad ingabbiare benissimo Osimhen, che praticamente non riesce mai a liberarsi per la conclusione, se non nell’inutile gol del pareggio nel recupero, e fa seguire come al solito bene Lobotka da Bennacer, attuando una tattica difensiva molto efficace. Questa sera però la croce del Napoli è stato il georgiano Kvaratskhelia, che sbaglia all’inizio della ripresa un gol abbastanza clamoroso, come fece dopo pochi minuti
a Milano, fallisce almeno un altro paio di circostanze e soprattutto si fa parare dal bravo Maignan addirittura un calcio di rigore per un netto fallo di mano in area. Nella ripresa il Milan pensa esclusivamente a difendersi contro un Napoli che, pur non brillando, continua ad avere il dominio del gioco e ad avere la possibilità di recuperare ed andare almeno ai tempi supplementari, in considerazione del nuovo regolamento, che non assegna il valore doppio al gol in trasferta.

Spalletti che già nel primo tempo ha dovuto sostituire per infortunio contemporaneamente Rui, autore del fallo da rigore, e Politano, che stava disputando una buona gara con Olivera e Lozano, inserisce Elmas al posto di Ndombele e nel finale pure Raspadori e Ostigard per il deludente Zielinsky e l’infortunato Rrahmani, cercando di giocarsi tutte le carte a sua disposizione anche con la difesa schierata con quasi tutti i calciatori di riserva. Il Napoli tutto sommato non demerita anche se il Milan dimostra di essere più bravo nella fase difensiva e più brillante nella condizione atletica e il gol di Osimhen di testa nel recupero con la sua unica conclusione nella porta avversaria aumenta il rammarico per quello che poteva essere e non è stato. In ogni caso mi sento di fare i complimenti sia al Napoli per il quinto posto ottenuto nella Champions League stagionale, miglior risultato europeo in questa competizione, che al Milan per un’avventura che continua in semifinale presumibilmente contro i cugini dell’Inter e che nonostante le difficoltà evidenti in campionato potrebbe riportare la squadra rossonera ai fasti internazionali dell’era berlusconiana. Ovviamente ora per Spalletti è tempo di leccarsi le ferite per queste gare di Champions, che hanno portato pure diversi infortuni in vista del finale del campionato con lo scudetto da raggiungere nelle prossime giornate, a partire dalla trasferta di domenica prossima a Torino contro la Juventus.


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