Inizio osceno del cammino di qualificazione della Nazionale Italiana ad Oslo con un 3 a 0 che non ammette repliche. Contro una squadra molto più debole (stupidamente magnifica manco fosse il Brasile del 1970) una sconfitta del genere vuole solo una cosa: scuse di calciatori, allenatore e dirigenti.
Osceno il divario? No, la testa
La vera differenza fra Norvegia ed Italia? I calciatori della prima sono scesi in campo, i secondi no. Nessun contrasto vinto, due tiri nello diretti verso la porta (Raspadori e Orsolini) e un solo tiro nello specchio, al 92, di Lucca (subentrato ad un non pervenuto Retegui) e nemmeno troppo difficile.
E il fatto che la Norvegia (che con tutto Haaland non si qualifica ai mondiali dal 1998) non sia chissà che squadra rende il tutto ancora più osceno. Non è possibile giocare, anzi non giocare, una partita del genere. E adesso si inizia con i conti e le speranza, ovvero vincere sperando nel passo falso degli altri.
Cambierà qualcosa? Ovviamente no
Parlare della partita è semplice. Tre gol su tre svarioni difensivi e nessuna reazione. Perché se contro la Germania, dopo un primo tempo altrettanto osceno, c’era stata una grandissima reazione. Tant’è vero che ci fu addirittura da recriminare con l’arbitro che tolse un rigore clamoroso all’Italia sul tre a due.
Stasera però c’è da chiedersi: cos’altro deve succedere per far sì che i nostri dirigenti spariscano? Gravina, da quando è dirigente della FIGC ha portato a una non partecipazione al Mondiale in Qatar, un Europeo osceno con 45 minuti giocati. Ma l’importante è salvare il brand della Juventus.
Perché si è capito: e il sistema calcio italiano che è sbagliato. Caressa, nel 2010, dopo l’orrendo mondiale in Sudafrica commentando lo stato del calcio in Italia disse “Se questo è il calcio in Italia, prepariamoci a vent’anni da incubo”. Mai parole furono più veritiere di queste
Spettro spareggi
Vero. Niente è scritto nel calcio, e magari nel prossimo turno la Norvegia pareggerà e ci basterà vincerle tutte. Ma il gioco osceno proposta da Spalletti stasera non cambierà, così come la non prestazione dell’Italia. Ed anche la luce che sparisce dal tunnel. Unici da applausi: i 350 tifosi andati ad Oslo a sorbirsi questo scempio.
E il titolo della Gazzetta dello sport è la fotografia perfetta della situazione del calcio italiano ad oggi.