L’Inter di Antonio Conte finora sta deludendo: analizziamo le possibili cause tra integralismo del tecnico e partite giocate a ritmi bassi.
INTER -L’IMPOSSIBILITÀ DI TENERE RITMI ALTI
Le squadre di Antonio Conte sono note per la perenne aggressività e foga con cui mettono tanta pressione agli avversari. Quest’anno non è stato possibile fare il ritiro precampionato ed una preparazione come si deve a causa dell’emergenza Coronavirus. I nerazzurri in particolare sono anche arrivati in finale di Europa League finendo la stagione scorsa a fine agosto per poi iniziare quella corrente il 26 settembre. L’Inter rendeva al massimo quando ogni giocatore riusciva ad andare a “200 all’ora” virgolettato proprio del tecnico leccese; peccato che anche l’anno scorso, anche per la scarsa lunghezza della rosa, i calciatori non riuscivano a tenere il ritmo desiderato dal tecnico per tutti i 90 minuti. Si spiegano così gli ottimi primi tempi a Barcellona e Dortmund e le rovinose cadute nei secondi. In questa stagione a causa della preparazione sommaria non è possibile aggredire gli avversari con il pressing asfissiante e a tutto ciò bisogna sommare anche l’inserimento tardivo dei nuovi acquisti, tra l’altro alcuni come Kolarov e Vidal non più giovanissimi.
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L’AMMISSIONE DI GASPERINI
L’allenatore dell’Atalanta Gasperini dopo la batosta subita contro il Liverpool ha ammesso qualcosa di simile. Queste le sue parole: “Non siamo più così intensi e dobbiamo riflettere su come affrontare su questo tipo di avversari. Vediamo anche in campionato di non riuscire a tenere più certe intensità, dobbiamo prendere questo in considerazione e fare le valutazioni del caso”. Conte e Gasperini hanno in comune l’utilizzo di moduli con la difesa a tre e la grande importanza del gioco sulle fasce laterali. Anche nello scontro diretto di domenica scorsa la mancanza di aggressività delle due squadre, insieme all’intenzione dei due tecnici più di limitare l’avversario che di attaccarlo, ha fatto scaturire una gara molto scialba, almeno fin quando uno dei due ha deciso di cambiare qualcosa. Ed è qui che arriviamo ad un altro punto dolente.
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LA RIGIDITÀ DI ANTONIO CONTE
Quello della mancanza di intensità è solo uno dei problemi che hanno portato l’Inter ad un calo di rendimento rispetto alla scorsa stagione: i nerazzurri hanno vinto solo 3 delle 10 partite disputate in stagione e sia in campionato che in Champions League hanno meno punti dell’anno scorso. Abbiamo già parlato e sono noti ormai l’eccessivo integralismo dell’ex C. T. e la sua “allergia” alle sostituzioni. Perché non cercare modi alternativi per far male agli avversari ora che tutti hanno trovato le contromisure a questo modo di giocare? Un tecnico che guadagna quanto Antonio Conte non può non adattarsi alle qualità dei suoi calciatori più forti (ogni riferimento a Eriksen non è casuale) anche se ciò significa andare contro la sua idea di calcio.
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MISTERO INCONTRO DI AGOSTO
Cosa è successo ad agosto a Villa Bellini quando c’è stato il famoso incontro tra Conte e la dirigenza interista al completo? Incomincia a farsi largo l’idea, specie tra i tifosi, che la permanenza del tecnico sia forzata. In primis bisogna considerare lo stipendio importante che “tiene” l’allenatore sulla panchina interista: il tecnico non rinuncerebbe, seppur scontento, all’ingaggio che gli è dovuto mentre sarebbe veramente troppo oneroso per la società avere gli stipendi di 3 allenatori (c’è ancora Spalletti) a libro paga. Non è un mistero che il linguaggio del corpo di Antonio Conte sia cambiato tanto a partire dalla stagione 2020/21 rispetto al passato (vedere foto prima e dopo questo paragrafo). L’anno scorso infatti il tecnico non stava mai fermo durante le gare, lamentandosi spesso nelle conferenze stampa. Da settembre invece Conte appare molto più calmo in panchina mentre nelle interviste è molto più cauto, a volte si ha l’impressione che reciti a memoria un copione prestabilito.
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(Fonte immagine in evidenza: Inter.it)
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