Italia Macedonia – Cronaca di una morte (non) annunciata
La paura c’era, ed era tanta. Ma, sotto sotto, la speranza c’era. Macedonia del nord e Portogallo sono squadre abbordabili. Eppure, citando il capolavoro di Gabriel Garcia Marquez, è arrivato il peggio, con una doccia fredda, anzi gelata. Una gara dominata, con quindici calci d’angolo e un gol arrivato a due minuti dal novantesimo. Anzi forse una cronaca annunciata. Perché, nel calcio, troppe volte è successo che una squadra dominante venga battuta con un unico tiro in porta.
Sulla partita nulla da dire. Dominio assoluto. Ma la palla, per gli azzurri, è maledetta. Ogni volta c’è un difensore macedone pronto a mettere un piede, una caviglia, un malleolo per deviare il tiro degli azzurri. Immobile, purtroppo, è ancora spento. E Berardi però a divorarsi una palla gol clamorosa su un errore del portiere.
Nel secondo tempo Mancini inserisce Raspadori, che impatta molto bene sulla partita, al posto di Insigne. Più tardi proverà anche a giocare la carta Joao Pedro. E al 92′ arriva il gol, fortunoso, di Trajkovski che gela per la seconda volta di fila i tifosi italiani.
E ora gli unici a festeggiare sono Ventura e Infantino. Il primo per ovvi motivi, il secondo perché così potrà portare avanti la sua crociata per il Mondiale ogni due anni. E conoscendo le capacità di voltagabbana dell’Italia, Gravina sarebbe capace di cambiare idea subito.
E, per concludere, Mancini deve rimanere. Perché? Perché non può essere un caso che il C.T. più vincente del calcio italiano sia Vittorio Pozzo, rimasto sulla panchina per quattordici anni con due mondiali e una Olimpiade. Era la prima metà del 1900, un’altra era calcistica. Ma questo dovrebbe far pensare. adesso bisogna solo prendere Raspadori, Scamacca, Joao Pedro, Mancini e fare pulizia del resto.