Quest’anno difficile, controverso ma decisamente destinato a restare nella Storia ha vari protagonisti: uno è il Qatar, per molteplici ragioni a partire dalla volontà della dinastia sovrana dell’Emirato di lanciare una nuova era di pubbliche relazioni con il mondo sviluppato sia ad Oriente che ad Occidente.
Probabilmente sarà proprio il progetto “Mondiali 2022” a viaggiare in parallelo con le iniziative intraprese dalle altre dinastie della regione altrettanto lanciate sugli stessi obiettivi di sviluppo e di affermazione politica.
Sicuramente il calcio è uno dei bersagli strategici identificati dalla dinastia Qatariota, la quale ha dimostrato già grande familiarità con le famiglie storiche del calcio italiano; ma il percorso di costituire una porta di sviluppo anche per il calcio asiatico risulta essere decisamente più ambizioso.
L’evento è adatto alla “mission” ma bisogna analizzare la vera situazione del calcio asiatico per orientarsi sulle giuste prospettive che il mondo calcistico potrebbe, il condizionale sarebbe d’obbligo, riservare al continente più vasto e popoloso al mondo.
Certamente rispetto alle nazionali già titolate a far fibrillare i tanti esperti di numeri e statistiche, oltremodo impegnati a decifrare le probabilità sulle quote vincente Mondiali, il calcio asiatico rimane un’incognita ma non per questo priva di possibili sorprese.
Purtroppo i numeri non garantiscono un paragone di ampio respiro: l’Asia avrà riservate 4 squadre di cui una è il Qatar, qualificata di diritto per via dalla sede dei Mondiali; le altre 3 squadre sono ancora in via di definizione causa tornei di qualificazione ancora in corso.
Ora, tenendo presente che il Mondiale ospiterà, complessivamente, 32 squadre, abbiamo ben chiaro il ruolo dell’Asia che concorrerà con una minoranza di squadre qualificate.
Eppure ci sono delle sorprese possibili, quanto meno sul campo delle sfide alle titolate storiche.
Il Qatar, ad esempio, ha vinto l’ultima edizione della Coppa d’Asia del 2019 con un 3-1 sul Giappone, sulla carta favorito, quantomeno sul piano di un confronto storico tra il medagliere nipponico ed i riconoscimenti della squadra araba giunta in finale.
Non mancano altri nomi che potrebbero rivelarsi delle sorprese: primo fra tutti l’Iran come gruppo e solidità dello spogliatoio e quindi come possibile primo nemico da battere per i concorrenti asiatici e non solo: si stanno mettendo in mostra nei contesti europei dei loro calciatori come Ali Gholizadeh (Charleroi) e Majid Hosseini (difensore nel Kayserispor).
Da non trascurare anche il ruolo di altri giocatori emergenti nel contesto del calcio in Europa, ma provenienti da Giappone e Corea del Sud, quali possibili motori di traino delle rispettive nazionali: parliamo di Kyogo Furuhashi (attivo nella Celtic League scozzese) per il team nipponico , come anche del connazionale Takehiro Toyasu (tesserato Arsenal) e di Song Heun Min (attivo nel Tottenham Hotspurs) per il team coreano.
Sia il Giappone che la Corea del Sud hanno sempre fatto la loro figura nelle competizioni internazionali, per cui ci aspetta molto anche da loro.
In tutto e per tutto questi Mondiali saranno “nuovi” da tanti punti di vista, incluse le aspettative, ma nell’attesa possiamo passarci il tempo con le scommesse virtuali sugli eventi calcistici simulati.