Napoli due baci alla Dea

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Napoli batte Atalanta. Di Gianfranco Piccirillo

#NapoliAtalanta2a0 Come era prevedibile anche la gara con l’Atalanta di Gasperini si dimostra ostica e Spalletti lo aveva intuito, rinunciando al turn over e scegliendo Gollini in porta e Politano in attacco solo per gli infortuni di Meret e Lozano e ancora Olivera sulla corsia bassa sinistra per la perdurante squalifica di Rui.

Il Napoli ha provato a partire forte, ma l’Atalanta si è difesa con ordine e in modo determinato sugli attaccanti azzurri. Gollini non viene mai impegnato dai sui ex compagni di squadra nel primo tempo e la squadra di Spalletti prova a fare la partita, facendo girare la palla con Lobotka, oggi meno marcato del solito, ma gli orobici si difendono bene e resistono, correndo solo seri rischi su due conclusioni di Politano abilmente sventate da Musso e sull’unica azione pericolosa di Kvaratskhelia, che però si lascia chiudere lo specchio della porta da posizione defilata dallo stesso portiere dell’Atalanta. Manca ancora come il pane l’azione di spinta sulla fascia sinistra di Mario Rui e ancora una volta manca a centrocampo la brillantezza di Anguissa e Zielinski, che come con la Lazio giocano piuttosto male nel primo tempo, ma poi si riprendono nella ripresa. Regge bene il sistema difensivo del Napoli, che però nella ripresa deve fronteggiare anche Muriel, che entra come Demiral, ma a differenza dell’ex difensore juventino per una scelta precisa di Gasperini e non per l’infortunio del compagno di reparto. Molto bella la giocata acrobatica di Osimhen, fino a quel momento poco brillante, su cross di Politano, ma il tiro non è forte e Musso può bloccare facilmente il pallone. Nel secondo tempo il Napoli riesce ad incidere maggiormente in fase offensiva, concedendo qualcosina in più agli spunti della coppia collaudata Muriel e Zapata.

L’Atalanta non è la Lazio, che ha chiuso tutti gli spazi e così in fase offensiva Osimhen e Kvaratskhelia possono riprendere il discorso importante, che si era interrotto proprio con la squadra di Sarri, sfiorando prima la rete con un colpo di testa del cannoniere nigeriano e poi trovando il fantastico gol del giorgiano, che lanciato bene dal suo partner di reparto, delizia il numeroso e festante pubblico dell’ex San Paolo con una giocata alla Maradona, confermandosi, come in altre gare, l’uomo in più della squadra. Spalletti a due terzi della gara inserisce Elmas e Ndombele per Zielinsky e Politano, che non ha fatto rimpiangere El Chucky Lozano. Gasperini risponde con Zappacosta e Boga per Pasalic e Maehle nel tentativo di ottenere un maggiore sostegno agli attaccanti, che finalmente riescono a liberarsi per la conclusione ed impegnare il loro ex compagno Gollini, con un tiro di piede Muriel e un pericoloso colpo di testa l’ex Zapata. Nel finale si infortuna l’arcigno difensore coreano Kim Minjae ed entra il fedelissimo di Spalletti Jesus, ma subito dopo sugli sviluppi di un angolo arriva il bel colpo di testa di Rrahmani per il raddoppio del Napoli, che chiude la gara. La determinazione del Napoli nel finale, nel quale l’Atalanta prova a rendersi pericolosa, impegnando la difesa e lo stesso Gollini con il tiro di Ruggeri, fa ben sperare pure per il ritorno di Champions, diventato complicato soprattutto per le questioni politiche legate alla tifoseria di Francoforte. Spalletti concede un poco di spazio a Zerbin e al Cholito Simeone, fresco di convocazione nella nazionale campione del mondo, anche per offrire la standing ovation a Kvaratskhelia e Osimhen, ma la soddisfazione più grande per il tecnico, oltre la vittoria, è il fatto di restare per l’ennesima volta con la porta imbattuta, persino con l’esordio di Gollini.

Ora si può cominciare a programmare il futuro prossimo, che per il Napoli si prospetta così tanto interessante, come non lo era stato nemmeno ai tempi del mito Maradona.

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