Nessun tocchi Cajuste- 1 rigore e tanti sbagli


La prima partita in campionato del Napoli è finita con il risultato di tre a uno in favore dei partenopei. Garcia, forse per far rifiatare Anguissa, butta subito nella mischia il povero Cajuste che esordisce nel peggiore dei modi. E’ lui a causare il rigore che, al settimo minuto, porta in vantaggio i padroni di casa.

Poi prima Politano, complice una papera di Turati, pareggia il contro poi Victor Osimhen ribalta la partita. E sarà lo stesso numero 9 dei campioni d’Italia a segnare il gol del definitivo tre ad uno. Da segnare un contatto dubbio in area ciociara su Zielisnki che viene però ignorato dall’arbitro Marcenaro. Che anzi ammonisce Garcia per proteste.

Nessun tocchi Cajuste

Sul banco degli imputati, nonostante la vittoria meritata e, tutto sommato, arrivata abbastanza in scioltezza, ci finisce inevitabilmente il povero Cajuste. Complice un arbitraggio abbastanza scadente, il centrocampista portoghese si rende protagonista, dopo quattro minuti, del fallo da rigore.

Inoltre sbaglia diversi appoggi, facendosi anche ammonire. E, come ciliegina sulla torta, è sua la posizione di fuorigioco che porta all’annullamento del gol di Raspadori. E la sostituzione, ad inizio secodno tempo, con Anguissa sembra essere una bocciatura senza speranza.

Ma è giusto dare tante colpe a Cajuste? Semplicemente no. In primis il tocco c’è ma il rigore e molto generoso. In secundis quanto è giusto attaccare un calciatore per un tempo sbagliato? Ricordiamo che Rrhamani esordì contro l’Udinese con un erroraccio che portò al gol la squadra friulana con pioggia di quattro. Il Napoli poi vinse con la rete di Bakayoko.

L’ex Verona venne attaccato senza ritegno. Ora è il perno della difesa azzurra, intoccabile anche per Garcia. Quindi nessun tocchi Cajuste, gli si dia il tempo di sbagliare. Forse non diventerà il nuovo Modric, ma diamogli la possibilità di ventare una buona riserva di Zambo Anguissa, che partirà per Coppa d’Africa.

La goduria di certi “tifosi”

Ma una tirata di orecchie la merita anche una certa frangia di “tifosi” napoletani. Tutti si ricordano gli insulti contro Spalletti e De Laurentiis, soprattutto dopo la vendita di Koulibaly e Mertens. L’hastag #A16 impazzò sui social ma, come tipico, durante la festa scudetto post Udinese Napoli, tutti gli “asediciani” sparirono.

Salvo poi tornare gfuori durante il cacio mercato. La vendita Kim (avvenuta di fatto a Marzo, soprattutto dopo il rifiuto di un rinnovo al triplo dell’ingaggio) portò alla convinzione che ci sarebbe stato un esodo, anzi una diaspora. Osimhen e Zielisnki in Arabia, Lozano in America, Politano in Premier eccetera.

Ed ecco l’elenco dei giocatori andati via da Napoli: Kim al Bayern Monaco, Ndombele tornato al Tottenham per la scadenza del prestito e basta (tecnicamente anche Gollini, tornato all’Atalanta e poi ricomprato). I rinnovi di Rrhamani, Juan Jesus, Di Lorenzo, Kvaraskthelia e Mario Rui sono stati trattati quasi come “inutili”.

Solo il rinnovo di Osimhen e l’acquisto di Gabri Veiga hanno smosso le acque in positivo. Eppure c’è chi continua ad attaccarsi a tutto pur di criticare la società, arrivando a criticare Cajuste solo per non aver dato la notizia per primo, andando addirittura a cercare solo i video peggiori del portoghese.

“Pazienza. Pazienza. Pazienza” questo deve essere il mantra azzurro. E sé c’è chi l’ha accettato e ha preso la prestazione di Cajuste per quello che è. Una brutta partita che non deve, ancora, lasciare in sospeso giudizi sul calciatore e ricordando comunque il bel cross sull’azione del gol annullato.

 

 

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