Intervista Esclusiva ad un tifoso della Salernitana

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Intervista ad Alfonso Salvati, 22enne tifosissimo della Salernitana

Oggi abbiamo il piacere di intervistare Alfonso Salvati, studente 22enne con una grande passione per la Salernitana, squadra della sua città natale, Salerno.

-Cominciamo dalla passata stagione, quale partita è stata la migliore e quale la peggiore secondo te e perché ?

Sul piano tecnico, la partita migliore è stata sicuramente la rotonda vittoria in casa col Brescia, ma se dovessi indicare la partita della svolta direi Salernitana – Latina 3-2, Coda ha avuto una responsabilità enorme dal dischetto. Sulla partita peggiore ci sarebbe l’imbarazzo della scelta, mi sento di menzionare la sconfitta casalinga con la Pro Vercelli per l’importanza della posta in palio e i pareggi casalinghi con Vicenza e Modena, figli di prestazioni molto negative.

-Bene, la passata stagione è stata molto travagliata per la Salernitana e fortunatamente è terminata con la salvezza ai playout contro il Lanciano, tu hai sempre creduto che la squadra potesse riuscire a salvarsi anche nei momenti più bui quando tutto sembrava ormai perso ?

Personalmente l’ho sempre creduto, ma devo essere onesto: non tanto perché avessi fiducia nella squadra, che anzi in molte circostanze è venuta a mancare, quanto per il fatto che tutte le squadre coinvolte nella lotta retrocessione avessero molte lacune, quindi sperare era lecito. Ai playout col Lanciano invece, con la consapevolezza che gli abruzzesi fossero molto provati dalle vicende societarie e debilitati per le assenze di Ferrari e Di Francesco, sono stato più ottimista.

-Nella scorsa stagione un punto di svolta è stato sicuramente il cambio di allenatore, avvenuto il 2 Febbraio, quando Torrente è stato sollevato dall’incarico è al suo posto è arrivato Menichini, tu hai condiviso questa scelta o secondo te i risultati negativi dipendevano da altro ?

Ho condiviso questa scelta, in quanto Torrente non ha mai saputo dare un’ idea di gioco alla squadra, che molte volte sembrava scendere in campo “alla buona”; inoltre ero molto contrariato dal fatto che desse poco spazio a Donnarumma, che infatti si è rivelato decisivo insieme a Coda nella rincorsa alla salvezza. Personalmente però non ho apprezzato le tempistiche dell’esonero, in quanto, col mercato chiuso, Menichini si è trovato a dover lavorare col materiale che aveva , senza avere voce alcuna in capitolo. A maggior ragione, dunque, a Menichini vanno dati grandi meriti per questa salvezza.

-Restando su questo argomento, come hai preso il nuovo cambio di allenatore, con Simone Inzaghi che ha preso il posto di Menichini, con l’allenatore Ponsacchino che viene allontanato per la seconda volta dopo aver centrato 2 successi (La promozione in B nel 2015 e la salvezza nel 2016) ?

Non ho nulla contro Simone Inzaghi, che sembra abbia fatto intravedere buone cose in Serie A, e che ha fatto molto bene nella primavera laziale; per una questione di continuità, tuttavia, avrei preferito che restasse Menichini: dopo la promozione, se la Salernitana è in serie B lo deve, ancora una volta a Menichini. Mi rendo conto, con una certa amarezza, che la riconoscenza nel calcio di oggi sia merce rara.

 

 

Invece cosa pensi del patron della Salernitana Claudio Lotito, molto discusso dai suoi tifosi sia a Roma che anche a Salerno, a Roma i motivi sono molto chiari ma a Salerno perché c’è qualcuno che lo vorrebbe fuori considerando che vi ha riportati in B dopo 5 anni di assenza della Salernitana dal campionato cadetto  ?

Discorso molto complicato. Indubbiamente il fatto che non sia una figura simpatica e dall’alto spessore morale influisce sui giudizi su di lui. Sicuramente i tifosi devono essere grati per quanto fatto fino alla stagione della promozione: non è per nulla facile per una squadra fallita salire dalla D alla B in appena 4 stagioni. Quest’anno invece sono stati fatti molti errori e Lotito, con la collaborazione di Fabiani, non ha fatto un mercato adeguato, e ciò ha scatenato la preoccupazione dei tifosi, che vorrebbero molto di più per questa città e questa curva. Dal mio punto di vista, la Salernitana, almeno per quest’anno, da neopromossa, aveva l’obiettivo della salvezza; obiettivo che è stato sì raggiunto, ma con un percorso negativo e sofferente. Mi auspico un’annata migliore, ma soprattutto molta più considerazione verso i tifosi, nei confronti dei quali Lotito è stato molte volte irrispettoso; deve ricordarsi che questa è una grande curva, che non vuole essere la succursale della Lazio.

-Parlando proprio del futuro e della prossima stagione, quali sono le tue speranze e le tue perplessità ?

Spero in un mercato con gente con molte presenze in B e più esperta dei giocatori acquistati lo scorso anno: da questo punto di vista, ho accolto positivamente gli ingaggi di Vitale e Laverone. Anche sul piano dei rinnovi per il momento la società sta operando bene, grazie ai rinnovi di Bernardini e Coda e al riscatto di Odjier, giocatori decisivi per la salvezza granata. La più grande perplessità è legata al modulo che Inzaghi vorrebbe proporre: il 4-3-3 non si sposa bene con le caratteristiche di Donnarumma, la cui conferma è infatti in bilico; prenderei molto male una sua eventuale cessione. Inzaghi tuttavia ha detto di non essere ancorato ai suoi dogmi e che potrebbe adattarsi alle caratteristiche che offrono i giocatori della sua rosa: la mia speranza è che sia sincero, perché la coppia Coda-Donnarumma é sicuramente la base da cui bisogna ripartire.

-Concludiamo con delle domande sul cuore pulsante della Salernitana, cioè il tifo, tu sei un assiduo frequentatore della Curva Sud Siberiano una delle curve più calorose e affascinanti d’Italia, qual è il tuo coro preferito che viene intonato a Salerno e poi puoi spiegare quali emozioni provi quando stai li’ in mezzo a tutti gli altri tifosi a cantare per la Salernitana ?

Il mio coro preferito è “che ne sai come mi sento”, che riassume perfettamente quello che provo quando sono in Curva Sud: una passione fortissima e un forte senso di appartenenza, che è bellissimo da poter condividere con chi mi sta intorno. Anche “com’è bello essere pisciaiuoli”, nuovo coro proprio di questa stagione, mi prende molto, perché fa capire che, quando noi salernitani veniamo apostrofati in segno di disprezzo come “pisciaiuoli”, per noi al contrario è un complimento.

 

Ringrazio molto Alfonso Salvati per la gentile disponibilità e per il tempo concesso in questo intervista.

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