Sarri colpo grosso al Maradona

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Di Gianfranco Piccirillo. La Lazio di Sarri barre il Napoli.

#NapoliLazio0a1 Questa gara racconta un poco il passato recente del Napoli perché si affronta la squadra del tecnico che più di tutti nell’era Delaurentiis ha mostrato una filosofia di gioco ben definita, sfiorando pure uno scudetto, che poi Sarri è riuscito ad ottenere successivamente proprio con la rivale storica di quel periodo. Quelli che si aspettavano una gara spettacolare e ricca di episodi offensivi sono rimasti delusi, soprattutto per un primo tempo avaro di emozioni e praticamente nessuna parata importante dei portieri. L’unica
occasione clamorosa è della Lazio su una punizione sulla fascia sinistra e un colpo di testa di Vecino, che supera Meret, ma è bravissimo Di Lorenzo a salvare sulla linea, praticamente un intervento che vale una rete e che mi ha ricordato uno di quelli che faceva il grande Ruud Krol nel campionato interessante e sfortunato del terremoto. La mossa di Vecino schierato da Sarri al posto di Cataldi ha sorpreso Spalletti, che si è visto marcare in modo più incisivo il regista Lobotka e che per colpa della squalifica di Rui, ha perso un pochino di spinta sulla corsia sinistra, trovando pure il capitano Di Lorenzo in ombra sull’altra corsia, a parte il salvataggio prima citato. Praticamente l’ex portiere goleador dello Stabia, Provedel, ha dovuto compiere un solo intervento su una conclusione di Zielinsky, anche se Anguissa ed Osimhen lo hanno insidiato un paio di volte, senza però riuscire a rendersi veramente pericolosi. Anche nella ripresa si è continuato sulla falsariga del primo tempo con una Lazio abile a chiudere gli spazi della capolista, tenendo praticamente bene sia El Chucky Lozano che il nazionale georgiano Kvaratskhelia e con il solo Zielinsky che è riuscito a rendersi pericoloso in un paio di circostanze, sfiorando in una il palo alla sinistra di Provedel.

Lo stesso Immobile uno dei migliori cannonieri della storia dei campionati italiani di serie A, ha dovuto sacrificarsi in una gara di contenimento, concedendosi pochissime sortite offensive, ma Sarri ha letto bene la gara con la proposta di Vecino, che diventa l’uomo più importante, realizzando addirittura il gol del vantaggio con uno splendido tiro di contro balzo dalla distanza, imparabile per Meret. Spalletti è costretto ad inserire Politano ed Elmas per il deludente stasera messicano Lozano e un Anguissa pure al di sotto delle ultime prestazioni, ma la Lazio continua a difendersi in modo determinato ed ordinato, marcando duramente il capocannoniere Osimhen, che avrebbe voluto allungare la sua striscia di marcature consecutive e che invece stasera ha le polveri bagnate e comunque non brilla assolutamente. L’unico a convincere è proprio il macedone, che prova in diversi modi ad ottenere le azioni per arrivare almeno al pareggio, ma stasera la squadra di Spalletti si esprime molto al di sotto delle gare precedenti, pagando pure dazio alla sfortuna nell’episodio in cui nella stessa azione colpisce prima la traversa con Osimhen e poi sulla ribattuta si assiste ad una parata prodigiosa di Provedel, che disinnesca il successivo colpo di testa di Kim Minjae. Nel finale mentre Sarri inserisce Cancellieri per Zaccagni Spalletti prova la carta del doppio centravanti, inserendo Simeone e Ndombele al posto di Zielinsky e di Lobotka, stasera per la prima volta esautorato dalla marcatura plurima degli avversari. Insomma Sarri vince una di quelle gare, che di solito addirittura era solito perdere nella sua permanenza a Napoli, dimostrando di aver guadagnato esperienza e un maggiore acume tattico nelle ultime stagioni nella Lazio del presidente e potente senatore Lotito.

Questa sconfitta deve portare tutto l’ambiente alla consapevolezza di evitare voli pindarici sulla data dei festeggiamenti e a ricercare invece una maggiore concentrazione partita per partita, non dando nulla per scontato a cominciare dalla gara di ritorno di Champions League contro i tedeschi dell’Eintracht Francoforte.

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