Sono passati 10 anni dalla stagione perfetta dell’Inter di Josè Mourinho. Il 22 maggio 2010 si concretizza il triplete interista con la vittoria della Champions League che si aggiunge a quella della Coppa Italia e del campionato. Si tratta di un’impresa che non ha precedenti nel calcio italiano e che giunge a coronamento di un ciclo di vittorie iniziato 4 anni prima.
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MOURINHO SI CALA NEL MONDO INTER
È il capolavoro di Josè Mourinho che è riuscito a creare una simbiosi con tutto l’ambiente interista portando i suoi giocatori a vette di rendimento mai più toccate. Esempi di ciò possono essere le carriere di Sneijder e soprattutto Lucio, ma anche dello stesso allenatore portoghese. Il tecnico, da sempre maniacale nel suo lavoro, aveva studiato attentamente la storia dell’Inter anche prima di sedersi effettivamente sulla panchina interista. Al termine di un Inter-Juventus nella sua prima stagione disse di aver capito cos’è l’interismo. “Dopo la vittoria nella gara di andata, ho visto una gioia oltre il normale, una gioia che non scaturisce unicamente dal fatto di aver vinto una partita importante, ma è qualcosa in più e una persona che arriva dall’estero non può capirlo subito. Prima pensavo fosse quella contro il Milan la partita più emozionante per i tifosi nerazzurri, ma da quel giorno ho capito che non era così…”. Aver capito ciò si è rivelato fondamentale per creare una strategia comunicativa perfetta atta a trovare “nemici” utili per togliere pressione a sé stesso ed ai suoi giocatori nei momenti chiave della stagione. Il lusitano ci riprovò a Madrid senza successo.
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STAGIONE 2009/10: NON MANCANO SOFFERENZA E PAZZIA
Annata perfetta nella conclusione, ma non si può dire che le cose siano sempre andate per il verso giusto: non sono mancate sofferenza e quel pizzico di pazzia che da sempre fanno parte del DNA interista. Pronti via e la squadra di Mourinho pareggia in casa contro il neo-promosso Bari di Ventura. In campionato quello resta solo un incidente di percorso, mentre in Champions League le cose sono complicate fin dalla prima fase. Il Barcellona domina il girone e sembra di un livello superiore rispetto ai nerazzurri che ad inizio novembre si trovano ad affrontare già il primo crocevia della stagione. La sfida in Ucraina alla Dinamo Kiev è un autentico dentro/fuori ed è qui che si manifesta la sopracitata pazzia. L’Inter a 5 minuti dalla fine è sotto 1-0 per la rete dell’ex Milan Shevchenko che sembra condannarla all’eliminazione. Josè Mourinho getta dentro tutti gli attaccanti a sua disposizione ed i nerazzurri rimontano grazie alle reti di Milito al 41’ e di Sneijder 3 minuti dopo. In Ucraina finisce 1-2 ed i nerazzurri si trovano addirittura in testa al girone che passeranno come secondi perché in Spagna il Barça vince 2-0. Alla pausa natalizia l’Inter arriva in testa al campionato con 5 punti di vantaggio sul Milan; le lunghezze di vantaggio sulla Roma che poi concluderà seconda sono addirittura 11 .
IL CAMBIO MODULO E LA SVOLTA EUROPEA
A gennaio l’arrivo di Pandev a parametro zero dalla Lazio permette al tecnico portoghese di variare lo schema di partenza. I nerazzurri, che fino ad allora avevano giocato con un 4-3-1-2, possono ora schierarsi pure con un 4-2-3-1 molto offensivo; sfruttando anche l’esuberanza di un Balotelli che allora appariva in rampa di lancio. Mourinho costruisce una squadra che fa dello stare stretta in campo e della ricerca compulsiva della verticalizzazione i suoi maggiori punti di forza. Agli ottavi di Champions League l’Inter elimina il Chelsea di Ancelotti grazie anche al nuovo modulo. È forse in questa occasione che, una squadra che aveva dominato solo all’interno dei confini nazionali, inizia ad acquisire la consapevolezza che si può puntare al bottino grosso. Gli uomini di Mourinho sconfiggono senza patemi il CSKA Mosca trovando di nuovo il Barcellona in semifinale. La gara di andata contro gli spagnoli che avevano vinto tutto meno di un anno prima resta l’autentico capolavoro tattico di Mourinho e dei suoi giocatori tutti. L’Inter batte gli spagnoli 3-1 in casa e riesce a perdere solo 1-0 in Catalogna resistendo per più di un’ora in inferiorità numerica, eliminando i campioni in carica ed approdando in finale.
IL TRIPLETE
Il cammino trionfale nella massima competizione europea porta via energie preziose e i nerazzurri in campionato allentano la presa esponendosi alla rimonta di una Roma rinata sotto la guida di Ranieri. I giallorossi vincono lo scontro diretto ed arrivano a fine aprile addirittura in testa al campionato. Fondamentale per lo scudetto interista è la sconfitta casalinga dei capitolini contro la Sampdoria che permette il contro-sorpasso dell’Inter. La squadra di Mourinho vince la Coppa Italia sempre contro la Roma il 5 maggio, esorcizzando una data storicamente negativa per la storia nerazzurra. È l’inizio della leggenda: l’Inter il 16 maggio vince il campionato soffrendo fino all’ultima giornata per colpa di una Roma mai doma. E per finire 6 giorni dopo i nerazzurri salgono sul tetto d’Europa battendo 2-0 il Bayern Monaco completando il triplete.
(Fonte immagine in evidenza: pagina Facebook F.C. Internazionale)