Al Bar di Magazine Pragma: SPECIALE

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Al Bar di Magazine Pragma, la seconda uscita della nostra rubrica, questa volta SPECIALE per i tifosi e gli appassionati

Al Bar di Magazine Pragma – Oggi vogliamo farvi battere il cuore e, tramite la lettura, far rivivere emozioni indelebili. Una grande persona e calciatore ha parlato con emozione e piacere ai microfoni di Magazine Pragma. Vi sveliamo questa sorpresa tramite l’intervista di Midolo Gabriele a Walter Ballarin:

Buon pomeriggio, come sta innanzitutto?

Sto abbastanza bene, sempre a casa purtroppo con questo Coronavirus. Non si può fare altrimenti e spero che la situazione possa tornare presto normale.

Sbaglio o lei attualmente allena?

Ho allenato squadre al livello dilettantistico nella provincia di Venezia. Ultimamente allenavo in carcere a Padova, con un altro ex calciatore del Venezia. Mi ha chiesto di dargli una mano ed ho accettato. Facciamo calcio a 11 Figc e giochiamo sempre in casa nel campionato di terza categoria; curo l’aspetto tecnico.

Siracusa

Abbiamo fatto una rimpatriata, sai? circa 10 anni fa. Erano venuti Facchin, Biasiolo, Biagetti e ovviamente quelli del posto come Crippa e Culotti. Abbiamo passato un paio di giorni eccezionali. Era il trentesimo anniversario della vittoria della Coppa Italia. Fa sempre piacere a distanza di anni ritrovarsi e rivangare un poco di ricordi belli.

Che effetto le ha fatto ritornare?

Prima di arrivare in città mi batteva il cuore in una maniera incredibile. Ho passato due anni eccezionali. A me piaceva tantissimo la città, il mare e tutto… se fosse stato per me non mi sarei mai spostato da Siracusa. A quel tempo, però non decidevano i giocatori ma le società. Tu non potevi fare altro che prendere la valigetta e andare via. Non è come oggi che ci sono i procuratori; prima di fare queste scelte il giocatore si affida a questa figura.

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Quindi il suo addio al Siracusa è stato condizionato dalla società…

Si, esatto…

(Qui s’invertono un poco le parti… Walter Ballarin vuole intervistare me)

Ma tu quanti anni hai?

Beh ne ho ventisei, quasi ventisette. Di quel periodo ho solamente i ricordi di mio nonno che era giornalista e addetto stampa. Mi raccontava tante cose, sia sulle interviste che delle sue avventure in trasferta. Quindi ho solo i suoi racconti.

Tuo nonno è ancora vivo?

Purtroppo no, scomparve a Febbraio del 2009, poco prima della promozione nei professionisti. Questa cosa la sanno in pochi… ma qualche mese prima, dopo qualche tentennamento della dirigenza nel decidere se proseguire o meno il suo percorso, mio nonno chiamò per convincere a non mollare. Ci riuscì, ma non ebbe la possibilità di vedere il suo Siracusa tornare in alto.

E’ stato proprio quell’anno che noi siamo scesi per la rimpatriata. Ricordo che girammo tanti ristoranti e mangiato, bevuto in continuazione – ride di gusto al sol pensiero – a Siracusa dovevamo essere sempre cauti con il mangiare. Non dovevamo andare oltre il dovuto sennò si faceva fatica a correre.

Ti racconto questo aneddoto, noi andavamo a mangiare prima della gara fuori Siracusa. Facevo sempre una scommessa con il proprietario del locale <se faccio qualche gol questa sera mangiamo aragosta> e lui mi diceva di non preoccuparmi. Prima che io arrivassi aveva già messo a disposizione le aragoste. Avevo un feeling con la gente eccezionale.

Mi diceva che prima le società decidevano il destino dei giocatori; prima di arrivare a Siracusa?

Ti racconto un poco la mia storia prima di arrivare a Siracusa. Sono nato in una isoletta della laguna veneta. Da lì venivamo in terra ferma e mi vide giocare una squadretta di Mestre che faceva la quarta serie. Mi hanno visto gli osservatori del Vicenza ed ho fatto due anni e giocato cinque partite in Serie A. Ho fatto il mio esordio in un campo straordinario come San Siro. Ho esordito il 24 Dicembre del ’72, la vigilia di Natale, la partita è stata sospesa a venti minuti dalla fine. La partita venne annullata, così sono sceso in campo il sabato successivo in Vicenza-Roma e da lì sono andato in tutta Italia. Prima a Belluno in serie C, poi a Pescara e successivamente 2 anni a Padova, poi Trento e Siracusa. Da Siracusa sono andato a Terni.

Siracusa è stata la migliore città, squadra e tifoseria in cui sono stato. Andavo ovunque e tutti mi volevano bene.

Oggi si entra con le telecamere negli spogliatoi, ma all’epoca che aria si viveva nel prepartita? Oggi ci accorgiamo che molte cose sono cambiate come i giocatori prendono il telefono e guardano i social…

Andavamo in ritiro il sabato quando giocavamo in casa e facevamo la rifinitura. La domenica dritti allo stadio due ore prima della gara. Il mister preparava la partita e gli schemi da seguire. Questa era la prassi, oggi i giocatori si muovono con uno staff incredibile. Noi avevamo un solo massaggiatore ed il dottore. Adesso si arriva in cravatta, le cuffie, interviste prepartita ecc. è cambiato tutto. Come il discorso dei procuratori… in sintesi quello era il nostro prepartita. Pensa che anche il sistema di alimentazione è cambiato. Oggi hanno il dietologo, il professore… se ti dicessi come mangiavamo prima della gara non ci crederesti.
Si mangiava verso le 11.00 risotto alla parmigiana, poi filetto con contorno di spinaci.

Abbastanza leggeri allora… (rido…)

Eh abbastanza, è cambiato tutto…

Anche il pallone…

Bravo anche quello, pesava tantissimo… e quando pioveva era difficile calciarlo.

Un ricordo di Nicola De Simone…

Quando andavamo in ritiro facevamo coppia fissa. Prima si andava in due per stanza e con lui eravamo sempre insieme. Un ragazzo meraviglioso, eccezionale. Lui aveva sempre paura che le cose andassero male; come tipo in squadra quando ci stava qualche screzio in partitella. Lui era sempre lì presente, che voleva la tranquillità. Sempre sorridente. Purtroppo in quel momento cruciale dove stavamo vincendo il campionato ce l’ha portato via. Un ragazzo che ragionava in positivo su tutto; bravo su tutti i fronti. Al livello fisico era una bestia. Era difficile spostarlo. Quando, in allenamento, marcava me era difficile andare via.

Uno tra i migliori difensori con cui ha giocato?

Si assolutamente, molto forte. Lui veniva dalle giovanili della Fiorentina dove ha conosciuto sua moglie. Un ragazzo incredibile e meticoloso… non ho altri aggettivi per descriverlo. Stavo pensando che all’epoca ci stava una sola sostituzione…

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Esatto, vedevo infatti che quel giorno fatale al posto di Nicola entrò Costa che poi segnò l’unico gol del Siracusa…

Quel giorno lì non ho nemmeno giocato. Ero in panchina per un dolore all’inguine anche se il mister voleva che entravo dal primo minuto non ci sono riuscito perché avevo troppo dolore, questa è stata la prima fatalità. Giocavamo in un campo di terra battuta, non di erba. Nicola, infatti, oltre a prendere la pedata andò giù e sbatte la testa in quel campo durissimo…

Quindi la vittoria della Coppa è stato un mix tra rabbia e cuore?

Le ultime partite si! Partimmo verso Castellammare per i funerali di Nicola per poi andare a giocare a Sorrento. Era un campo infuocato in terra battuta e noi avevamo una squadra molto tecnica con un buon palleggio. Stavamo perdendo, riuscendo infine a pareggiarla. Successivamente la partita Clou in casa contro la Casertana ed eravamo a pari punti con altre due squadre. Noi abbiamo vinto con il gol di Petraccini al 49’ minuto su passaggio mio.

La settimana dopo dovevamo giocare la finale di Coppa Italia. Partita secca. Era una giornata nuvolosa… dove è successo il tutto. A un minuto dalla fine mi capita quella palla, mi sono coordinato in mezza rovesciata e con un pallonetto il pallone ha scavalcato il portiere. E’ venuto giù tutto lo stadio… Non siamo riusciti nemmeno a festeggiare perché in campo ci stava tantissima gente. Tre/ quattro persone mi hanno preso in spalla e non si capiva più niente – ride –

gol di Ballarin nella finale di Coppa Italia C 79

Il boato del gol…

Eh si, noi abbiamo giocato contro una squadra di categoria superiore. Avevano certi giocatori come Capozucca, il terzino che marcava me, attualmente è il direttore sportivo del Genoa. Poi Borghi, una bestia di centravanti… una squadra fantastica

Diciamo che il pubblico ha fatto la sua parte

Si si, il pubblico era talmente contento della vittoria finale del campionato, figurati poi com’era esaltato da questa partita. Quando lo vedevi ti trasportava anche mentre si toccava la palla oppure in un semplice fraseggio. Quando è venuta fuori quella cosa stupenda che ha portato al gol… (fantastica un poco con la mente) fantastico.

Mi è dispiaciuto moltissimo che la Coppa non si trova più, è incredibile. Un vero peccato; indipendentemente da tutta la situazione attuale starebbe bene nella bacheca quella Coppa. Dispiace perché dopo aver fatto un’annata stupenda, non averla li brucia tantissimo.

L’ambiente era esaltato dalle famose tre B…

Eravamo io Ballarin, Biagetti e Biasiolo. Il gemello mio era Biagetti, centravanti e poi Biasiolo che ha giocato con il Milan in serie A. Venendo fuori questo discorso sono nate le tre B

Tra di voi scherzavate su questa cosa?

Si certo, eravamo forti e lo sapevamo. Sai, nel campionato meridionale della C2 vai a giocare in certi campi infuocati che, anche se sei forte, facevamo fatica. Andare a giocare a Marsala o Lamezia Terme in terra battuta e fuori casa, si peccava. In casa eravamo forti.

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Infatti, anche oggi quando il Siracusa va a giocare in terra battuta stenta moltissimo. Una caratteristica che vi accomuna

Ah si? Ho capito.

Crippa, che capitano è stato?

Un monumento, con il suo mancino, la sua scelta di tempo e la sua posizione aveva una grande personalità. Le sue presenze a Siracusa lo dimostrano. A lui è sempre piaciuta la città e tutto. Ha avuto sempre un debole per la gente di Siracusa, come tutti d’altronde.

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I tuoi figli? Cosa ne pensano… sono orgogliosi?

Eh, loro hanno fatto una discreta carriera al livello dilettantistico. Il più grande, Thomas ha smesso da poco. Il più piccolo, Federico, gioca in Promozione ed è diventato due volte capocannoniere. Non conoscono Siracusa… Dieci anni fa quando sono sceso doveva venire anche Federico, ma alla fine non ha potuto, ci teneva tantissimo. Loro vorrebbero venire insieme a tutta la famiglia per vedere i luoghi, il campo, i ristoranti… Appena passa questo periodo vediamo e veniamo. Voglio venire con mia moglie, i miei figli e le loro famiglie per fargli vedere la città.

Quando ero lì, il primo anno, il Lunedì andavamo sempre al parco archeologico. Il clima era stupendo e vedevamo tanti turisti, anche delle mie parti… per dirti il mondo quanto è piccolo.

Chiudiamo in bellezza… un saluto ai tifosi del Siracusa

Beh, eccezionali, immensi, non ci sono aggettivi. Mi hanno voluto sempre bene… quel giorno della vittoria in Coppa Italia mi hanno portato in trionfo tre o quattro persone… stupendi! Gli aretusei… quando siamo andati in Comune dopo la vittoria ci hanno regalato una medaglia con l’Aretusa. Molto bella che ho ancora conservato. Un grosso abbraccio a tutti, mi piacerebbe portare giù tutta la mia famiglia

Vi aspettiamo tutti qui a Siracusa

Speriamo finisca questa situazione critica così posso scendere…

Un saluto, un abbraccio, un bacione e sempre FORZA SIRACUSA!

Ringraziamo Walter Ballarin per il tempo trascorso con noi e la sua famiglia per averci fornito le foto dell’articolo.

Leggi le altre interviste di “Al Bar di Magazine Pragma”:

Siracusa Calcio: al Bar di Magazine Pragma Prima puntata Attesa per la seconda uscita della nostra rubrica SPECIALE Il colpo di fulmine Dentro l’obiettivo!

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